di Valentina Conte
La prima volta non si scorda mai. E così sarà anche per il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, che all’indomani della prima vittoria nella storia azzurra a Torino contro la Juventus ancora è incredulo. "Non si realizza dall’oggi al domani – racconta –, ma gli attestati di stima che sto ricevendo mi confermano che è tutto vero. Arrivano dai tifosi, dal mondo del calcio, ma anche dagli sportivi ’neutrali’, coloro che sanno rendere onore all’avversario. Questo affetto che ci sta travolgendo mi conferma che i nostri valori sono profondi, sensati, rispettati. Qui non abbiamo giocatori milionari: qui abbiamo il lavoro, la fatica, la voglia di crescere e far bene. Abbiamo tanti giovani da far maturare, un settore giovanile che è un fiore all’occhiello, abbiamo entusiasmo e competenza, ma i piedi ben saldati per terra. Lo dice anche il nostro inno: ’Questi grandi valori non li fanno i milioni. Ma in questo campo c’è da lavorare, con umiltà potrai soltanto imparare’". Ecco, è questa la più grande soddisfazione che l’intera città di Empoli, oltre che la società e tutti i tifosi, devono mettersi in tasca e custodire con orgoglio: il presidente Corsi ne è convinto.
Tutto bello, tutto vero, ma diciamoci la verità o la ami o la odi. La Juventus non lascia indifferenti e anche coloro che sono anaffettivi nei confronti del mondo del pallone sanno chi è, cosa è, cosa fa. Battere la Juve lascia sempre un retrogusto di soddisfazione che va al di là del passo avanti in classifica. È sempre così. È così per tutti. Il sorriso è stampato sulla bocca di chi la considera una big ed è riuscito a sconfiggerla e di chi ha inferto il ko all’acerrima avversaria. Vincere contro i bianconeri vale sempre doppio. Lo sa bene anche Aurelio Andreazzoli (nella foto piccola), nonostante abbia subito tentato di mettere un freno all’entusiasmo sostenendo che quel risultato "vale tre punti". Tre punti e tanta gloria, mister. E soddisfazioni, e complimenti e un bel balzo in avanti in fatto di popolarità e stima. Di presa di coscienza che sì, si può fare.
"Il risultato di Torino premia chi ha giocato meglio, chi ha saputo imporsi sul campo, la squadra è stata brava a sviluppare il gioco adeguato alla finalizzazione. Basti pensare – aggiunge Corsi – che dopo il gol del vantaggio noi abbiamo fatto 70 azioni di attacco a fronte delle 78 dei bianconeri. Significa che non ci siamo mai accontentati, che abbiamo giocato come se non si stesse vincendo. Sono stati tutti bravi. Ora il problema sarà gestire l’entusiasmo. Da domani lavoreremo sulla mentalità, perché i ragazzi sappiano prendere i giusti insegnamenti dalla splendida prestazione, ma non pecchino di presunzione. Le prossime gare saranno difficilissime".
Affrontare il Venezia, del resto, sarà ben più impegnativo di quanto sulla carta possa apparire: "È vero – commenta Corsi –. Il Venezia proverà a limitare il nostro potenziale. Dal punto di vista tattico non sarà una gara facile. La ricerca del gioco non sarà una passeggiata. Ora godiamoci ancora questo risultato, ma poi...".
Piedi per terra, ma onore al merito. Spiega Corsi: "Per noi è un evento. I nostri ragazzi sono quasi tutti calciatori in divenire, professionisti che già ritengono una bella occasione poter giocare in quello stadio, figuriamoci uscire con i tre punti in tasca. E con quella prestazione...". Il presidente Corsi, che è un uomo di calcio navigato non ha mai, sono parole sue, "nemmeno osato sognare" di vincere questa partita. "Due anni fa, l’anno della retrocessione – racconta - facemmo un primo tempo spettacolare. Mettemmo sotto i bianconeri. Ci mancò solamente il gol. Siamo usciti dal campo con una bella prestazione, ma sconfitti. A San Siro, invece, negli anniabbiamo vinto, ma non giocando gare eccelse".
Non è un caso se il primo messaggio ricevuto dal presidente dell’Empoli, pochi minuti dopo quel triplice fischio che ha sancito la prima vittoria a Torino contro la Juventus arriva da un dirigente di serie A. Un ’big’ concorrente della Juve. "Non vi dirò mai chi è – racconta un ancora incredulo Fabrizio Corsi – ma quel messaggio, il primo di una lunga serie di attestati di stima che sto ancora continuando a ricevere, mi parlava di una bella vittoria, di un gran gioco. E siccome arriva da un dirigente più vecchio e più importante di me dà la dimensione di come l’Empoli sia visto dai grandi club. Così dico a tutti: tifate Empoli e non per la vittoria sulla Juve, tifate Empoli perché qui ci sono grandi valori e tanto lavoro".