REDAZIONE EMPOLI

Sassicaia, la maxi-truffa è stata scoperta in città

Stroncato un traffico internazionale di vino ‘taroccato’ dopo un anno d’indagini della Finanza. Tutto è nato dal ritrovamento di una cassa caduta da un camion

"Un anno di indagini portate avanti con acume dalla Finanza e coordinate dal pm Gianni Tei – spiega il procuratore capo, a Firenze, Giuseppe Creazzo – ha stroncato un’organizzazione capace di predisporre una contraffazione accurata, sofisticata".

E’ stata la Compagnia di Empoli comandata dal capitano Alessandro Arpaia a estrarre dal nulla un’indagine su un reato grave per il made in Italy: la produzione clandestina di ‘Doc Bolgheri Sassicaia’ annate 2013 e 2015. Nettare contraffatto, non adulterato. Falso come i falsi Gucci e gli altri grandi brand nostrani taroccati. Un attacco al nostro export, fattore trainante dell’economia. "Le indagini – osserva il gip Giampaolo Boninsegna, che ha firmato due ordini di custodia (ai domiciliari) per gli indagati di maggiore spicco – hanno preso l’abbrivio dal casuale ritrovamento da parte delle fiamme gialle di Empoli di una cassetta di vini; dentro bottiglie con etichetta Sassicaia 2013. E un biglietto con 2 nomi e 2 numeri di telefono". Un ritrovamento singolare: una cassetta caduta per caso da un tir. E quei numeri erano di Angelo Loforese, tarantino di Cinisello Balsamo (Milano), e di una donna poi uscita di scena. Loforese a novembre è intercettato: analisi sulle bottiglie rivelano che il vino non corrisponde a quanto in etichetta. "Dalle indagini della GdF di Empoli – scrive il giudice – è emerso che Angelo Loforese e il figlio Bryan Andrea erano nella commercializzazione di Sassicaia 2013". Cassette da 6 da vendere a 250500 euro (valore reale 12001500) in Cina, Corea, Russia tramite mediatori (circa dieci gli indagati). Loforese, 62 anni, è stato arrestato col figlio, 34, per contraffazione, alterazione o uso di marchi e segni distintivi, brevetti, modelli, disegni e per contraffazione d’indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari. La filiera era articolata: vino, sfuso, comprato in Sicilia; vernici speciali per svelare nei minimi dettagli l’ologramma e avere un’etichetta tale e quale: carta velina delle etichette stampate in Bulgaria, a Plovdiv; più a est, in Turchia, bottiglie di vetro soffiate fino alla perfezione. Imbottigliamento in Italia: tappi imbevuti in un vino ciliegino per ‘invecchiare’ il prodotto e retrodatarlo al 2013 e 2015; cassette di legno. La svolta col sequestro nel Milanese, fine settembre, di 80mila pezzi tra etichette, bottiglie, tappi, casse per 1100 confezioni ‘Sassicaia’ 2015.

giovanni spano