
Il gruppo Sammontana
Empoli, 14 aprile 2022 - I costi aziendali di energia elettrica dell'azienda Sammontana di Empoli, specializzata nel settore del gelato e della pasticceria surgelata, sono passati dagli «8 milioni del 2020 contro i 21 milioni del 2021». Lo ha fatto reso noto, in una conferenza stampa, l'amministratore delegato dell'azienda Leonardo Bagnoli, spiegando che per tali motivi nonostante una ripresa del fatturato a livello pre pandemia il valore del margine operativo lordo si trova ancora al di sotto dei valori del 2019.
A fronte di un fatturato 2021 di 397 milioni di euro, Sammontana ha registrato un valore Ebitda che dai 50 milioni nel 2019 è scesa a 25 milioni nel 2020 per poi risalire a 32 milioni di euro nel 2021, «con un budget atteso però di 39 milioni di euro», come evidenziato da Bagnoli. «Nel 2021 - spiega sempre l'ad di Sammontana - oltre all'aumento dei costi delle materie prime abbiamo sofferto il periodo di chiusura dei bar di inizio anno per la chiusura dei bar causa pandemia. Variabili come l'aumento dei costi si sono ripresentate nel 2022, sarà un altro anno di sofferenza nel mercato, ma bisogna continuare a essere sereni».
«Per quanto riguarda il 2022 - spiega sempre Leonardo Bagnoli - ci aspettiamo una tendenza simile al 2020. Sebbene gli andamenti di vendita siano positivi è prevedibile una contrazione di consumi in risposta all'aumento generalizzato dei prezzi del prodotto finito, che si è reso necessario per contenere, almeno in parte, l'incremento nel secondo semestre 2021 dei costi energetici e delle materie prime. Auspichiamo una parziale compensazione grazie al ritorno dei consumi nel canale bar, soprattutto per la colazione».
Pertanto Sammontana ha annunciato che nel 2022 applicherà un aumento del 14% sul prezzo finale del gelato e del 9% nella pasticceria surgelata, per fare fronte all'aumento dei costi di materie prime, come latte e olio di semi di girasole, e dell'energia. Secondo quanto riferito, Sammontana attualmente occupa il 23% del mercato nazionale del gelato e il 42% della pasticceria surgelata, vendendo di media in un anno un quantitativo di un miliardo e 300mila porzioni dei propri prodotti. Il 50% del fatturato è rappresentato del venduto del gelato nei mesi tra giugno e agosto. «Se la grande distribuzione organizzata e i bar non accettano gli aumenti delle aziende e non riescono a riversarli sul mercato - commenta Leonardo Bagnoli - le imprese rischiano o di chiudere o di tagliare personale e forniture. Questo rappresenterebbe una conseguenza ben peggiore rispetto agli aumenti. Nella parte energetica, dove ci sono tante accise e tasse, serve un aiuto: la politica dice di avere dei piani risolutivi, ma il tempo stringe e le aziende si trovano in una posizione piuttosto rischiosa».