SIMONE CIONI
Cronaca

"Referendum Multiutility. Il tempo sta scadendo"

E’ nato il Comitato Empoli del Sì che vuole l’accorpamento con le regionali

Tiberio Tanzini

Tiberio Tanzini

Se il referendum comunale sull’abrogazione della delibera del 18 ottobre 2022 di approvazione dell’operazione Multiutility non sarà accorpato alle prossime elezioni regionali di ottobre sarà esclusivamente una scelta politica. Questa la posizione del nuovo Comitato Empoli del Sì, che sottolinea come i piccoli ostacoli all’accorpamento siano tecnicamente tutti superabili se esiste la volontà di farlo. "Basterebbe modificare il regolamento comunale del referendum: il parere del Ministero degli interni riguardo al fatto che sia sconsigliabile un accorpamento per questioni di ordine pubblico non è vincolante, come ammesso per altro dallo stesso sindaco Mantellassi – spiega Tiberio Tanzini –. E per altro facilmente superabile: sarebbe sufficiente costituire dei seggi appositi per chi ha la residenza ma non la cittadinanza italiana, in cui votare solo per il referendum". Il problema sono le tempistiche. "Per effettuare l’accorpamento c’è tempo fino all’8 agosto, ma a questo punto come data utile per modificare il regolamento comunale resterebbe solo quella del prossimo consiglio comunale del 28 luglio – specifica Dario Torrigiani –, ma la discussione di tale punto non è ancora all’ordine del giorno. Perdere quest’occasione sarebbe anche un enorme spreco di risorse economiche perché comunque entro l’anno il referendum dovrà essere fatto". Oltre ad altri comitati, nati per altre questioni sul territorio come Trasparenza per Empoli, Per un altro raddoppio, Assemblea permanente No Keu, Comitato No 5G, Stadio sì ma non così... al Comitato Empoli del Sì hanno aderito anche partiti politici (Partito Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Buongiorno Empoli, Siamo Empoli, Movimento 5 Stelle) e associazioni quali Arci Empolese Valdelsa, centro Csa Intifada, Forum italiano e toscano movimenti per l’acqua, Cobas, Atto Primo, Movimento Clara, Ciclofficina. "Nonostante le dichiarazioni contrarie, la strada della quotazione in borsa resta tracciata – aggiunge Marco Cardone – come si evince dall’assemblea dei soci dello scorso ottobre, in cui al punto uno si autorizza il consiglio di amministrazione a proseguire l’attività di rafforzamento e sviluppo della Multiutility, nel solco del percorso autorizzato in Statuto, tra cui appunto anche la quotazione in borsa". Secondo il Comitato c’è un’unica gestione possibile. "L’unica gestione pubblica possibile è quella in house, perché altrove è già stato fatto – insiste Erika Di Michele del Comitato –. Le quasi 4mila firme raccolte dimostrano come una parte di cittadini non sia convinta dalla privatizzazione di settori così cruciali".

Simone Cioni