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Prove di futuro. Una casa speciale per il “Dopo di noi“: "Molto più di un sogno"

Un nuovo appartamento per gruppi di persone con disabilità. Dalla spesa da soli al supermercato all’uso dei mezzi pubblici:. tante piccole grandi lezioni di vita per diventare autonomi.

Prove di futuro. Una casa speciale per il “Dopo di noi“: "Molto più di un sogno"

C’è odore di vernice fresca. La nuova tv in salone non è ancora stata accesa. Fiori freschi sul tavolo di cucina, cuscini colorati sul divano e quadri appesi alle pareti. La chiave inserita nella serratura spalanca una nuova possibilità di vita, quella fondata sull’autonomia. Quella per nulla scontata se si ha una disabilità. Si sono aperte ieri le porte di Casa Torre, la casa per il “Dopo di noi“: 240 metri quadrati di opportunità per i ragazzi – e non solo – con disabilità. Una casa per costruire percorsi di autonomia dalla famiglia, senza barriere e partecipando alla vita della propria comunità. Siamo nella frazione della Torre a Montelupo Fiorentino, dove un tempo sorgeva la vetreria Lux e dove già da qualche anno si sperimenta social housing. Il Comune ha concesso in comodato d’uso gratuito alla Fondazione Dopo di noi di Empoli, un appartamento nuovo che si aggiunge a Casa Arrighi, Casa Pontorme e Casa Petrazzi. Una quinta aprirà entro il 2026 proprio accanto a Casa Torre.

Obiettivo del progetto “Vorrei mettere su casa“ finanziato dalla Regione (la Società della Salute Empolese Valdelsa Valdarno ne è capofila) è promuovere sul territorio un sistema diffuso di servizi finalizzati all’accrescimento dell’autonomia e dell’inclusione sociale delle persone con disabilità. "I ragazzi sono circa 38 – spiega il coordinatore della Fondazione, Alessandro Fornaciari – Il più giovane ha 27 anni, il più grande 52. L’appartamento inaugurato può accogliere cinque residenti stabili, ma per il momento saranno costituiti due gruppi che frequenteranno la casa in orario diurno e serale. Un altro gruppo di otto frequenterà i locali a rotazione, per il fine settimana". Sperimentare periodi di alternanza tra la famiglia di origine e Casa Torre, soprattutto nel weekend, consentirà ai ragazzi di fare esperienze di vita insieme per periodi sempre più lunghi e nel futuro in modo stabile. Si andrà insieme a fare la spesa al supermercato, utilizzando i mezzi pubblici e costruendo a piccoli passi un percorso che favorisca l’autonomia abitativa. "Inauguriamo un altro pezzo di famiglia – ha commentato il presidente della Fondazione Pier Luigi Ciari –. È una scommessa, permettere ai nostri ragazzi di essere autonomi anche quando non ci sarà più il sostegno familiare".

Al taglio del nastro anche l’Assessore Regionale alle Politiche sociali, Serena Spinelli. "Siamo una delle sei regioni che rendiconta in modo attento tutte le risorse sul ’Dopo di noi’. È un lavoro che portiamo avanti in sinergia con la rete delle associazioni locali, attivando percorsi positivi come questo. Non siamo in un appartamento isolato ma nel cuore di una frazione: vivere insieme mischiandoci con le nostre differenze è l’unico modo per fare comunità". A fare gli onori di casa, il sindaco di Montelupo Paolo Masetti, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione. Durante l’evento è stato presentato anche il nuovo pulmino che faciliterà la partecipazione alle attività e gli spostamenti dei giovani cohouser.

Y.C.