
Una corsia di un pronto soccorso dove il personale sanitario è spesso in affanno a causa dell’alto numero di accessi e la carenze di personale (foto d’archivio)
Empoli (Firenze), 27 febbraio 2024 – Arrivano rinforzi per il pronto soccorso del San Giuseppe. L’azienda Asl Toscana centro ha deliberato l’assunzione di dieci medici specializzati o in via di specializzazione a titolo di prestazione libero professionale, per i dipartimenti di emergenza urgenza dell’intera area di competenza. Di queste dieci unità, una sarà assegnata al presidio di viale Boccaccio, due all’ospedale di Pescia, una al San Jacopo di Pistoia, mentre i restanti sei professionisti saranno successivamente collocati negli ospedali dove si registrano le maggiori criticità di personale.
Non è un mistero che i dipartimenti di emergenza siano quelli a scontare i maggiori problemi sul fronte medici. In molti, anche a Empoli, lasciano le corsie dei pronto soccorso per la pressione lavorativa e i turni talvolta massacranti soprattutto nei periodi in cui arrivano i malanni di stagione. L’ultima denuncia sulla situazione difficile del dipartimento di emergenza urgenza empolese risale a dicembre. A cavallo delle festività natalizie la situazione era davvero critica.
Lo spiegava, numeri alla mano, la segreteria Fp Cgil Firenze con delega alle politiche sanitarie, Sabrina Leto: "Al pronto soccorso di Empoli alle ore 20 del 26 dicembre si contavano più di 100 persone presenti". Ma anche nelle 24 ore successive la coda non si era smaltiva "con 33 pazienti in attesa di ricovero" e la mancanza di barelle che aveva provocato disagi anche ai mezzi di trasporto sanitari che dovevano attendere per sbarellare i pazienti in media 2-3 ore. "Ad aggravare la situazione – continuava la sindacalista – c’è la chiusura di 20 posti letto del reparto di medicina che risale a prima dell’estate".
Con l’arrivo di nuove unità, l’azienda spera di riuscire a far fronte, almeno in parte, alle criticità del servizio. Ai professionisti che assumeranno l’incarico (per la durata di sei mesi) è richiesta una prestazione per un massimo di 120 ore mensili con un compenso lordo pari a 3.840 euro. Complessivamente per l’attivazione dei dieci incarichi di lavoro autonomo l’Asl ha stimato un costo di 230.400 euro. Quella del medico di pronto soccorso inzia ad essere una professione in via d’estinzione. Turni massacranti per garantire la copertura assistenziale con conseguente stress psicofisico fino al Burnout, sono la principale causa di fuga.
Franco Nassi, segretario Anaao Assomed per l’Asl Toscana centro, sollevava anche un altro aspetto: "Il posto in ospedale non è più così appetibile perchè anche gli stessi pazienti sono cambiati. Quelli che vengono ricoverati sono ultra selezionati, perché molti vengono stabilizzati e rimandati al proprio domicilio, magari seguiti dai Girot. Chi resta in ospedale sono persone che stanno male e che devono essere seguite costantemente. Per un medico di turno di notte, ma anche di giorno, è davvero dura tenere sotto controllo ottanta pazienti gravi". E qui si apre il fronte della medicina di prossimità: altro nodo sul quale i sindacati si battono da tempo.
"Occorre organizzare e far lavorare in team multiprofessionali la medicina territoriale, infermieristica di famiglia e di comunità per la presa in carico di tutti quei pazienti cronici da seguire al proprio domicilio per prevenire la riacutizzazione delle patologie evitando lunghe attese in pronto soccorso e nuove ospedalizzazioni, così come – conclude il sindacato – bisogna invitare i cittadini con problemi di salute non urgenti ad andare dal proprio medico di famiglia o pediatra, ed evitare il pronto soccorso che per sua natura dovrebbe trattare solo le urgenze e le emergenze".