Pronto soccorso e attese: "Percorsi snelli mai attivati"

Il Nursind: "Non vengono utilizzati gli infermieri formati per le urgenze minori"

Pronto soccorso e attese: "Percorsi snelli mai attivati"

Pronto soccorso e attese: "Percorsi snelli mai attivati"

EMPOLI

Uno spreco di risorse umane ed economiche da un lato, una scarsa valorizzazione delle competenze dall’altra. Il sistema "See and treat" (vedi e tratta), il modello di risposta assistenziale alle urgenze minori all’interno dei pronto soccorso per ridurre le attese lanciato alcuni anni fa dalla Regione, per il Nursind non è mai entrato veramente in funzione. Nell’Asl Toscana centro in particolare il quadro vede uno stallo pressoché totale agli ospedali di Empoli e di Pescia; a Pistoia solo tre infermieri portano avanti il See e treat, a senza avere una postazione né personale dedicato. Non va meglio a Careggi né al Meyer.

Nel caso del presidio empolese, specifica il sindacato degli infermieri, "presto inizieranno i nuovi corsi di formazione", ma gli infermieri già in grado di operare di fatto non sono mai stati utilizzati. Ma quando e come dovrebbe essere attivato il modello? Dal consueto triage al pronto soccorso scaturiscono due accessi distinti: uno per i casi più gravi e uno per le urgenze minori (appunto il ‘See and treat’), come piccole ferite, abrasioni, contusioni, punture di insetti, ustioni di primo grado, patologie dermatologiche minori, traumi contusivi minori, rino-congiuntiviti. Per poter funzionare il servizio ha un’area allestita ad hoc, solitamente accanto al pronto soccorso, ed è dotato di personale proprio. Chi accede al ‘See and treat’ viene accolto direttamente dal primo operatore disponibile (solitamente un infermiere), che porta avanti autonomamente tutte le procedure necessarie fino al loro termine. In questo senso va anche l’istituzione del percorso ‘Fast track’, grazie al quale l’infermiere di triage, in autonomia e dopo aver valutato e accertato il bisogno di salute della persona, la invia direttamente allo specialista competente, qualora presenti un quadro di patologia minore con chiara pertinenza di un solo specialista.

Tutto questo, spiega il coordinatore regionale del Nursind Giampaolo Giannoni (nella foto), nelle intenzioni. "In realtà - precisa - in base a una ricerca effettuata da Nursind Toscana sembra che Regione e aziende sanitarie non credano veramente a questi percorsi: gli ospedali dove vengono effettivamente realizzati il ‘See and treat’ e il ‘Fast track’ sono pochi e sparsi a macchia di leopardo sul territorio. Molti infermieri che erano stati formati non sono mai stati impiegati in questi percorsi e chi invece li ha portati avanti non ha avuto la minima valorizzazione: sono state dilapidate competenze e risorse, sia umane che economiche, e l’effettiva realizzazione di questi modelli di risposta assistenziale è nelle mani del dirigente medico del singolo pronto soccorso".

"Ci auguriamo - conclude Giannoni - che la Regione voglia tornare a investire quanto prima su entrambi i percorsi, che sono in grado di diminuire in maniera sensibile i tempi di attesa dei cittadini nei pronto soccorso, e che allo stesso tempo premi anche dal punto di vista economico gli operatori".