EMPOLESE VALDELSA
Siamo arrivati, anche nell’Empolese, al 66-70% del raccolto della vendemmia 2023. I due terzi insomma. In questa zona si trovano vini di qualità: la Docg Chianti, certo, e però anche la denominazione Bianco dell’Empolese, che comincia a farsi strada anche al di fuori dei confini locali. Ieri sera Francesco Colpizzi, presidente Federazione Vino di Confagricoltura Toscana, ha confermato i dati del report del 4 settembre: calo del 20% nella produzione "ma qualità ogni più rosea aspettativa. Per la vite la stagione è stata ottima, perché la pioggia di venerdì scorso ha ridato equilibrio alle piante". Qualità dei vini in prospettiva che dunque rimane elevata. Il circondario degli 11 comuni produce quasi un terzo della Docg Chianti, che in totale è di circa 800mila ettolitri annui (ma quest’ultima campagna ne darà appunto di meno). Montespertoli fa da traino con oltre 100mila e una sotto-zona ‘ad hoc’. Poi come detto c’è il Bianco. Molto apprezzato e che di recente si è affacciato anche in wine-bar a Firenze.
Sono dati in linea con i recenti report che arrivano dal Consorzio Chianti, con il presidente Giovanni Busi ed il suo vice Ritano Baragli, che è anche presidente della Cantina Sociale Colli Fiorentini di Val Virginio: "Nella vendemmia 2023 si registra in media un calo di produzione del 20% per il vino Chianti, con valori diversi da territorio a territorio". Bisognava fare anche i conti con la peronospora, come aveva avvertito lo stesso Baragli. La battaglia è in corso e sembra volgere a vantaggio delle aziende: "Registriamo aziende che hanno avuto un buon raccolto, grazie ai pronti trattamenti fatti contro la peronospora. Attenzione - conclude Busi - da un punto qualitativo non ci sono problemi, la qualità rimane quella tradizionale del Chianti".
Altre considerazioni valide altresì per l’Empolese arrivano dal Castello Nipozzano-Marchesi Frescobaldi, dove ha avuto luogo il terzo incontro del tour di Agronetwork di promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori "l’oro in bocca", dedicato al mondo del vino. Nomisma, socio fondatore di Agronetwork, ha presentato i risultati della ricerca "Il vino italiano nel mondo. Trend, posizionamento e prospettive", che conferma il vino volano dell’export Made in Italy, assestandosi anche nel 2022 al primo posto (13% del totale) delle esportazioni agroalimentari italiane. C’è però un complicato scenario macroeconomico internazionale che ha fatto registrare per il primo semestre 2023 una frenata per il mercato del vino. Ma ci sono - è stato spiegato - anche opportunità da cogliere. Secondo l’indagine condotta da Nomisma, su un campione di consumatori italiani, nei prossimi 2-3 anni a crescere di più sul mercato domestico saranno in primis i vini con certificazione sostenibile (38%) e a marchio biologico (37%), seguiti da quelli prodotti da vitigni autoctoni (34%) e da piccoli produttori (32%). In bassa Pesa, già Empolese, il "bio" ad esempio prende piede. "Il vino italiano, nell’insieme di tutti i prodotti della moda, dell’automotive di lusso e del cibo, non può che avere un futuro brillante", così Lamberto Frescobaldi, presidente Marchesi Frescobaldi.
Andrea Ciappi