
I nuovi alimenti arrivati nel Vecchio Mondo dall’America dopo le scoperte geografiche costituirono per i nostri antenati del ‘500 dei veri e propri ’novel foods’! In una cultura alimentare basata principalmente su cereali e legumi, patate, peperoni, pomodori e mais sembrarono prodotti poco appetibili e incontrarono resistenze tra la popolazione. Il mais stentò ad affermarsi nell’alimentazione umana e rimase a lungo cibo per bestiame. La diffidenza nei confronti della patata, che ebbe per lungo tempo una fama negativa, venne vinta solo nella seconda metà del ‘600 per necessità, quando sostituì i cereali in tempo di guerre e carestie.
Inizialmente alcuni mangiarono le foglie ricche di una sostanza tossica, la solanina, e non i tuberi considerati non commestibili perché crescevano sottoterra, con conseguenti intossicazioni. Il pomodoro, oggi alimento base della cucina mediterranea, fu usato in principio solo come pianta ornamentale per la bellezza dei suoi frutti. In seguito, per il suo sapore acido, venne considerato a lungo ’mela insana’ perché insalubre, indigesto e in grado di provocare umori melanconici. Il pomodoro continuò ad avere un basso gradimento almeno fino a metà del ‘700 quando fece la sua comparsa nei libri di gastronomia.