IRENE PUCCIONI
Cronaca

Lascia il medico in prima linea per il Covid. "Ostacoli e stanchezza ma senza rimpianti"

Filidei, coordinatore sanitario durante l’emergenza, va in pensione: "Tanti cittadini ci hanno ringraziato. Ora un po’ di relax fisico e mentale"

Lascia il medico in prima linea per il Covid. "Ostacoli e stanchezza ma senza rimpianti"

Empoli, 2 giugno 2022 - È diventato direttore dell’Unità funzionale complessa Igiene pubblica e nutrizione di Empoli pochi mesi prima che scoppiasse la pandemia Covid, assumendo di fatto il ruolo di coordinatore sanitario dell’emergenza sanitaria e della campagna vaccinale nell’Empolese Valdelsa Valdarno. Il dottor Paolo Filidei, 64 anni, dopo quasi 30 anni di servizio a Empoli, dove si è occupato prevalentemente della prevenzione delle malattie infettive, è andato in pensione.

Il dottor Paolo Filidei
Il dottor Paolo Filidei

Partiamo dalla fine: avrebbe mai pensato all’inizio del 2020, coi primi casi di Covid, che avremmo dovuto affrontare tutto questo?

"In tutti questi anni coi miei collaboratori abbiamo affrontato molte situazioni critiche, dai casi di tubercolosi nelle scuole alle meningiti che culminarono con l’epidemia del 2015-16, ma certamente la pandemia degli ultimi anni ha rappresentato un evento che poteva per certi aspetti anche essere prevedibile. Da anni si parlava di una possibile pandemia dovuta a un nuovo virus influenzale, ma di fatto ci ha trovati non del tutto preparati, così come è stato in tutto il mondo".

Qual è stato il momento più complicato professionalmente parlando nella gestione pandemica? E quello personale?

"L’inizio della pandemia è stato il momento più difficile, come è ovvio in presenza di una malattia ancora sconosciuta e con scenari in continua evoluzione. Anche le varie disposizioni in materia di prevenzione si sono via via aggiornate, e di conseguenza anche il nostro lavoro. Ricordo la complessità iniziale quando occorrevano due tamponi molecolari negativi per essere liberi, fino alle vaccinazioni. Personalmente ho avuto momenti di difficoltà e stanchezza, comunque superati grazie anche a un lavoro di squadra che è stato probabilmente il vero punto di forza di tutta la gestione pandemica. Sottolineo l’ottima collaborazione col personale della mia struttura, ma anche coi medici e pediatri di famiglia e le istituzioni locali. Con i sindaci per molti mesi ho avuto un contatto pressoché quotidiano. Sicuramente abbiamo fatto qualche errore, ma moltissimi cittadini ci hanno ringraziato per aver preso in carico le loro problematiche, a volte solo di tipo burocratico, come le liberatorie dopo la quarantena o il rilascio del Green pass".

Campagna vaccinale: per certe fasce è stata quasi totale, per altre i numeri sono rimasti bassi: si può e si deve recuperare?

"Riguardo alla vaccinazione, ritengo sia stata un successo storico nonostante alcune problematiche e qualche rarissima contestazione. Restano da completare alcuni target, come le terze e quarte dosi e la non soddisfacente copertura pediatrica: sarà la sfida dei prossimi mesi con i nuovi scenari che si prefigurano, ad esempio la disponibilità di nuovi vaccini aggiornati alle attuali varianti. Ma anche i vaccini attuali sono comunque molto efficaci per prevenire i casi gravi, quindi consiglio a tutti di vaccinarsi o completare i cicli secondo le indicazioni del ministero della salute".

Rimpianti o rimorsi?

"Termino la mia carriera con soddisfazione per le esperienze maturate in tutti questi anni e con l’orgoglio di aver lavorato nel servizio sanitario pubblico, una conquista di cui spesso ci dimentichiamo. Sono approdato ai servizi di prevenzione per convinzione sulla importanza di questa materia. La pandemia ha dimostrato l’importanza di prevenire le malattie, e per farlo occorre sviluppare professionalità, servizi e investimenti".

Ora che è in pensione che progetti ha?

"Avrò più tempo per la famiglia e per coltivare altre mie passioni, dall’attività fisica al giardinaggio, alla lettura e ai viaggi. Ma, prima di tutto, una estate di relax fisico e mentale".