REDAZIONE EMPOLI

Niang e Malucchi, due storie di vita. Valori importanti oltre l’agonismo

Una menzione per il calciatore scomparso a 22 anni e per l’ex pallavolista che lotta contro la malattia

Una menzione per il calciatore scomparso a 22 anni e per l’ex pallavolista che lotta contro la malattia

Una menzione per il calciatore scomparso a 22 anni e per l’ex pallavolista che lotta contro la malattia

L’evento di martedì ha dimostrato ancora una volta come lo sport, inevitabile protagonista della serata, non si possa ridurre a mera attività fisica: piuttosto, si erge a veicolo importante che trasmette messaggi che vanno ben oltre l’agonismo, che si tratti di una competizione nazionale o di una società locale, come quelle che popolano il territorio empolese. Infatti, tra le molte premiazioni della nuova edizione del “Premio Aramini“ c’è stato modo di dedicare tempo anche a chi, dello sport, ne ha fatto tesoro per affrontare momenti molto complicati della propria vita.

Non a caso, dunque, è stata chiamata sul palco Adama Niang, sorella del compianto Assane che ci ha lasciati per via di un malore a soli 22 anni lo scorso novembre: Assane, dopo aver a lungo giocato a calcio nel Ponte a Elsa, si era dedicato ad allenare i più piccoli, sempre con molta gioia, e questo gli è valso una menzione alla memoria assegnatagli proprio dal sindaco Alessio Mantellassi. La sorella lo ha ricordato, emozionata: "Mio fratello era la figura dell’atleta per eccellenza, una persona estremamente attiva che aveva lo sport e il calcio nel cuore. Ha iniziato la sua attività nel Ponte a Elsa di cui poi è diventato allenatore: me lo ricordo estremamente contento di andare ad allenarsi e ad allenare, inseguendo la sua passione".

Un altro, toccante, momento è stata la menzione a Meri Malucchi, ex pallavolista della Empoli Pallavolo che poi è arrivata a calcare palcoscenici importanti quali quelli della Serie A1: oggi combatte con tenacia contro una terribile malattia, e lo fa attraverso la sua campagna di sensibilizzazione “Alziamo il Muro” con la quale si batte per dare forza a chi si trova nella sua stessa situazione. "Spero che la mia malattia possa essere di aiuto, voglio lasciare un messaggio su come affrontarla al meglio – spiega la stessa Malucchi –. Ho vissuto a lungo lo sport, l’ho vissuto a 360 gradi, e se oggi sono qua ancora lo devo allo sport perché mi ha insegnato a lottare e anche a saper perdere. Io ho perso una parte di me e ho subito una trasformazione fisica importante, ma lotto tutti i giorni e questa forza mi arriva dallo sport. Con “Alziamo il muro” io dico di non aver paura e affrontare la vita, nel bene e nel male, a viso aperto, senza abbattersi. Spero che lo sport abbia sempre il giusto valore perché lo sport è vita". A margine del discorso, simbolicamente, tutta la platea ha alzato le mani al cielo, proprio simulando un “muro” pallavolistico.

Damiano Nifosì