Multiutility e quotazione in Borsa. Torchia: "Non vedo le condizioni"

Dopo gli incontri pubblici il sindaco di Vinci frena sull’ipotesi delle azioni sul mercato: "C’è una riflessione nel Pd". Ma i comitati chiederanno di "presentare una mozione affinché i primi cittadini si esprimano in Alia contro".

Multiutility e quotazione in Borsa. Torchia: "Non vedo le condizioni"

Multiutility e quotazione in Borsa. Torchia: "Non vedo le condizioni"

di Bruno Berti

EMPOLESE VALDELSA

La quotazione in Borsa della Multiutility potrebbe non essere più il ’macigno’ su cui, almeno secondo i comitati contrari, si dovrebbe infrangere il progetto che mira ad assegnare un ruolo più incisivo al ‘pianeta’ delle società partecipate dagli enti locali nello scacchiere regionale. Ci sono stati incontri, ad esempio a Fucecchio, tra i comitati e alcuni amministratori pubblici, nello specifico tra il sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia e l’ex primo cittadino di Fucecchio, Claudio Toni, che ha anche lasciato da qualche tempo la vicepresidenza di Alia Spa. In quelle riunioni, secondo il Coordinamento No Multiutility, i rappresentanti della parte pubblica avrebbero detto che "l’operazione di quotazione in Borsa della società Alia Spa sarebbe definitivamente affossata". Ma forse le cose non stanno proprio in questi termini, anche se vi si possono avvicinare.

Il sindaco di Vinci, Torchia, da noi contattato, ha detto che Alia è già al 100% di proprietà pubblica ed è "un passo avanti rispetto alla frammentazione dei servizi pubblici in Toscana. L’operazione, infatti, guarda anche a Siena e alle zone della Costa toscana, anche per avere un peso specifico maggiore nella regione". E allora nel conto, per così dire, entrano anche Estra, Acque e Toscana Energia. "Un passo avanti rispetto alla situazione attuale, che tra l’altro garantirebbe di poter realizzare più facilmente gli investimenti necessari per il sistema dei servizi, senza contare la diminuzione dei costi". Torchia, poi, non si sottrae alla questione sbarco in Borsa della nuova società. "Sulla questione c’è una riflessione nel Pd (il pezzo da 90 politico nella questione, ndr) e al momento io non vedo le condizioni per andare avanti". Che non è proprio come affossare l’ipotesi Borsa, anche se vi si avvicina. Ricordiamo che sulla questione della Borsa c’è anche la contrarietà della Cgil, altra organizzazione che ha voce in capitolo, in quanto rappresentante principale dei lavoratori interessati. E comunque, se le cose stanno in questi termini, è evidente che il Pd, in un anno elettorale tra l’altro, non sembra avere intenzione di andare al muro contro muro con la realtà sociale rappresentata dai comitati. I quali, tanto per maggior sicurezza, chiederanno ai consiglieri comunali contrari all’ipotesi Borsa, a partire da quelli di Vinci e Fucecchio, di "presentare una mozione in cui il consiglio comunale dia mandato al sindaco di esprimersi in Alia contro la quotazione. Una mozione da discutere in incontri pubblici con tutta la popolazione".

Il sindaco vinciano aggiunge poi altre considerazioni. "La questione è quella di come noi stiamo nella nuova Spa. Anzitutto ricordo che è in piedi un patto di sindacato tra gli ex soci di Publiservizi (la sub-holding grazie alla quale i comuni dell’area avevano un peso importante, ora inglobata in Alia), meno Pistoia. Credo che adesso ci sia da fare un passo in più, andando oltre il patto di sindacato, dando nuovamente vita a una sub holding, che comunque sarà soggetta al parere preventivo della Corte dei Conti. Già adesso il patto di sindacato è la terza forza in Alia". In una società più grande di quelle a cui eravamo abituati, infatti, i singoli comuni, anche medi come Empoli, non hanno un peso significativo. Torchia sottolinea infine un aspetto importante. "Alia fattura circa 462 milioni di euro, mentre l’emiliana Hera, che è in Borsa, ha un giro d’affari di 9 miliardi, e una maggioranza pubblica". L’amministratore fa presente, inoltre, un tema che gli è caro, quello degli investimenti. "Acque per la manutenzione degli acquedotti spende 101 euro per abitante, mente il dato italiano è di 58 euro. Ma servono più risorse e una società che ha la concessione del servizio fino al 2031 sopporta tassi dei finanziamenti più alti della citata Hera", che è proprietaria delle strutture.