Pochi medici di famiglia. "Così troppi pazienti"

Ci sono dottori che arrivano ad avere una media di 1.900 assistiti. Montespertoli e Fucecchio sono i territori con le maggiori criticità

Empoli, 29 gennaio 2023 - È carenza di medici di famiglia anche sul nostro territorio. I pensionamenti già aumentati dopo la pandemia hanno visto un’impennata, mentre i nuovi entrati, spesso, si tengono lontani dalle zone periferiche perché il lavoro rischierebbe di diventare insostenibile. Con la fine del 2022 nell’Empolese Valdelsa e zona del Cuoio, sono andati in pensione nove dottori. Non tutti sono stati ancora sostituiti. Così, capita che alcuni camici bianchi siano costretti all’overbooking, cioè a superare il massimale di 1.500 assistiti arrivando fino a 1.800 e oltre.

I casi limite si registrano a Fucecchio, dove per circa 20mila abitanti (gli under 14 vengono assistiti dai pediatri) ci sono 12 medici. In pratica una media di circa 1.600 assistiti per ogni dottore. A Montespertoli lo sforamento è maggiore. Sul territorio sono in servizio 6 medici di base che hanno in media 1.900 assistiti ciascuno. D’altra parte, ci sono comuni, come Gambassi Terme e Montaione, dove il medico di famiglia non arriva a mille assistiti. Nei comuni di Empoli e Montelupo non si registrano particolari criticità; così come anche in Valdelsa (Castelfiorentino e Certaldo) il numero dei dottori è calibrato sulla popolazione. Un po’ di sofferenza nei territori di Vinci, Cerreto Guidi e Capraia e Limite, dove i medici in servizio sforano il massimale arrivando ad avere anche 1.600 assistiti.

"Il problema – spiega Iacopo Periti, medico di base a Empoli e vice segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale – è che se c’è una zona scoperta, non sempre si trovano professionisti disponibili ad andarci. La nostra professione è cambiata molto negli ultimi anni. Il medico di famiglia è un libero professionista con tutte le spese da sostenere: dalla benzina per raggiungere i pazienti a domicilio al toner per la stampante, al costo dell’affitto dell’ambulatorio o del personale di segreteria e infermieri che aiutano in situazioni particolari, come è accaduto durante la vaccinazione di massa. Molti giovani medici preferiscono un’attività meno rischiosa, come il lavoro a gettone o entrare in cooperativa".

Come invertire la tendenza? "Servirebbero incentivi economici, un aiuto a sostenere le spese – suggerisce Periti – Sappiamo bene che il numero ottimale di assistiti, ovvero 1.200, non è più praticabile, e che il nostro mestiere è cambiato molto; tuttavia è necessario recuperare l’essenza della nostra professione. Troppi assistiti, cui si aggiunge tutta la parte burocratica, costringono i medici a dedicare molto meno tempo alle visite. Ma c’è anche il fatto che negli ultimi anni le persone vivono quella che io chiamo la sindrome di Amazon: dal divano di casa si può fare tutto. Ma per la medicina non può esserci un ordine e una consegna immediata".