IRENE PUCCIONI
Cronaca

Malato e con due figli: si prepara allo sfratto

L’appello di un padre di famiglia che a causa di una grave patologia non è in grado di lavorare

Sfratto (Foto di archivio)

Castelfiorentino, 11 dicembre 2019 - Oggi, mercoledì 11 dicembre, dovrà uscire di casa, insieme alla moglie e ai due figli piccoli: una bambina di 7 e un bambino di 11 anni. Verrà sfrattato da quel piccolo appartamentino di 43 metri quadrati, che dopo anni di sacrifici ha tentato di acquistare chiedendo un mutuo alla banca, che all’epoca accordò in virtù di due buste paga che entravo in famiglia. M.C, 49 anni, originario del Marocco, in Italia dal 1997, nella vita ha dovuto superare diverse prove, ma quella che si materializzerà fra poche ore – l’arrivo dell’ufficiale giudiziario è previsto nel primo pomeriggio – è forse la più dura di tutte. La parabola discendente è cominciata quando, per motivi di salute, l’uomo ha dovuto smettere di lavorare.

Il solo stipendio della moglie non era più sufficiente a onorare l’impegno con la banca, né a sostenere lespese mensili. Da qui l’accumularsi dei debiti. «Quando ho conosciuto mia moglie lavoravo – racconta – Ho fatto il cameriere, l’aiuto cuoco, il facchino, poi nel 2002 ho cominciato a soffrire di epilessia. Svenivo all’improvviso senza accorgermene. Nel 2007 la malattia si è aggravata, le perdite di coscienza si facevano più frequenti. Nel giro di cinque mesi sono caduto due volte per strada e soccorso dal 118. Nonostante tutto ho continuato a lavorare e visto che avevamo due stipendi, con mia moglie abbiamo deciso di acquistare una casa e mettere su famiglia, dopo essere stati per sei anni in affitto». M.C. ci tiene anche a precisare che non è mai stato un inquilino moroso.

«Il degenerare della malattia – prosegue – alla fine mi ha costretto a stare a casa. Determinate mansioni mi sono precluse, come salire in punti alti, maneggiare coltelli o attrezzi potenzialmente pericolosi». La vita della coppia si è arricchita dell’arrivo di due creature. «Il maschio, che ora ha 11 anni, ha avuto a un intervento chirurgico perché nato con una malformazione al cuore – prosegue – Adesso sta bene, anche se si deve sottoporre a controlli periodici. L’unica entrata economica in famiglia è quella di mia moglie che lavora in un albergo di Firenze per una cooperativa con un contratto di quattro ore al giorno. Beneficiamo di un piccolo assegno familiare, ma dal budget familiare ci vengono pignorati ogni mese circa 200 euro perché da alcuni anni siamo inadempienti rispetto alle spese di condomino».

Ora è la banca che si è fatta avanti. «Se non paghiamo i creditori si riprendono quello che è loro – commenta l’uomo – Lo so ed è giusto così, ma quello che non trovo giusto è che non si riesca a trovare per me e la mia famiglia una soluzione dignitosa. L’unica che mi hanno prospettato gli assistenti sociali è una stanza in un appartamento a Fucecchio. Come lo spiego ai miei due bimbi, nati a Empoli e cresciuti a Castelfiorentino, che dovremmo trasferirci lontano dai loro amici e compagni di scuola, ma soprattutto convivere con persone che non conosciamo?».

Il Comune di Castelfiorentino interpellato sul caso dice di conoscere la storia di M.C. «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo – spiega l’assessore alle politiche sociali, Alessandro Tafi – Gli abbiamo offerto una soluzione di emergenza abitativa che l’uomo non intende accettare. Abbiamo provato anche a proporgli un lavoro, ma ci ha risposto che non se la sente». Oggi, alle 14.30, scadrà il tempo. Una decisione dovrà essere presa. A meno che qualcuno di buon cuore e che ha a disposizione un alloggio vuoto e abitabile non tenda la mano a questa famiglia.