
Vinci, 9 maggio 2023 – La bara appoggiata per terra ai piedi dell’altare e circondata da una distesa di fiori. Accanto la mamma. Seduta su una sedia, come solo le mamme sanno stare vicino ai figli. In centinaia, nella chiesa di Sant’Andrea a Santa Croce, hanno dato l’ultimo saluto a Matteo Moriani, il 32enne pizzaiolo morto la mattina presto di mecoledì della scorsa settimana in un incidente sulla strada tra Vitolini e Sovigliana, nel comune di Vinci. Matteo era ancora residente nella cittadina conciaria – dove abitano la mamma, Roberta, il fratello Gabriele e la sorella Veronica – anche se da tempo si era trasferito nel territorio comunale di Vinci con Denise, la compagna che sta aspettando la loro prima creatura.
Alla fine del rito funebre officiato da don Donato Agostinelli, proposto di Santa Croce, sono state le parole della mamma, lette da un’amica, a sciogliere le lacrime del dolore e della commozione fino a quel momento più contenuti e composti.
"Non ti sentirò più chiamarmi mamma – alcuni passi della lettera – Non sentirò più la tua voce che mi racconta dei tanti progetti che avevi. La sera prima di mercoledì siamo stati insieme e con Denise abbiamo stappato lo spumante per inaugurare la vostra nuova casa. Matteo, dicono che ci rivedremo. Ora spero solo che ti stia divertendo insieme a tuo babbo Alessandro. Sicuramente avrai preso il mattarello per fare la tua super pizza".
Centinaia gli occhi rossi e lucidi. Gli occhi dei tanti amici e delle tante amiche, degli ex compagni delle varie squadre di calcio dove Matteo aveva giocato e dove gioca il fratello Gabriele (ora al Castelfranco). Il calcio, la grande passione di Matteo. Sulla bara la maglia numero 23 della Roma, quella del montopolese Gianluca Mancini. All’omelia don Donato ha parlato di morte biologica come "coltre che annebbia tutto, che colpisce improvvisamente e che sembra la fine di tutto...".
"Ciascuno ha il suo appuntamento con la morte biologica – ancora le parole del proposto di Santa Croce – Non sappiamo quando. E questo ci crea angoscia, paura. Poi c’è il conforto fisico che è dato dalla vicinanza delle persone, dei familiari, dei parenti e degli amici che sono una luce nel buio. Ma noi abbiamo bisogno di un’altra luce di un altro conforto. E questo è Gesù. Che ci dice che la morte biologica è una assenza temporanea".
Matteo Moriani era un pizzaiolo molto bravo. Quella che da tanto era la sua passione era riuscito a trasformarla in lavoro. Un lavoro che aveva pianificato con Denise, la ragazza con la quale aveva scelto di condividere la vita e la professione. Denise che ieri piangeva lacrime di immenso dolore e appoggiava le mani sul pancione, sulla creatura che sta aspettando e della quale il suo Matteo non vedeva l’ora di scoprire il sesso. Tra pochi giorni, la prossima settimana, ci sarà l’ecografia che svelerà se Denise e Matteo aspettavano, aspettano, un bambino o una bambina. Matteo non stava nella pelle, voleva organizzare una festa e lanciare in aria un pallone. Il pallone, l’altra sua grande passione, dopo (o forse con) la pizza. Aveva investito, Matteo con la sua Denise, per la sua attività. Avevano i sogni come tante giovani coppie. La nuova casa a Vitolini e il food truck per portare in giro le sue prelibatezze.
A fine esequie, in chiesa, gli ultimi momenti di abbraccio a Matteo con la musica di Supereroi. "Camminerò a un passo da te e fermeremo il tempo come dentro gli uragani...". Un uragano ha investito la vita di Matteo e quelle di Denise, di Roberta, Gabriele e Veronica. Ma Matteo continuerà a "camminare a un passo da loro". E dalla creatura che tra pochi mesi vedrà la luce, conoscerà il mondo e conoscerà chi era suo babbo.
gabriele nuti