REDAZIONE EMPOLI

"Le tecniche innovative hanno ridotto i danni"

L’analisi di Orlandini: "Un’annata disastrosa. Ma l’aiuto arriva dalla ricerca"

"Le tecniche innovative hanno ridotto i danni"

L’analisi della situazione, rispetto alla raccolta delle olive, che fa il presidente della Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini, porta l’attenzione su un aspetto che spesso non viene abbastanza sottolineato, specie quando si parla di affrontare in modo efficace i contraccolpi prodotti dai cambiamenti climatici: l’importanza dell’adozione di tecniche innovative e di precisione nella coltivazione e nella cura degli oliveti.

"Quella del 2023 è stata in generale per l’olivicoltura un’annata disastrosa, legata soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici – dice Orlandini – C’è stata molta siccità invernale poi piogge soltanto tardive tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, quando proprio un abbassamento improvviso della temperatura, durante il periodo della fioritura, ha fatto a sua volta scempio delle olive che si stavano appena formando". La conseguenza diretta di questo scompenso del meteo, come abbiamo già avuto modo di raccontare, è stata la bassissima produzione. "In tante zone della Toscana centrale non si raccoglie e non si aprono i frantoi, soprattutto piccoli e medi – riprende Sandro Orlandini – che si approvvigionano solo di prodotto locale. Il calo della produzione sarà pesante, oltre le stime fatte prima della raccolta e già si parlava complessivamente di un trenta, quaranta per cento in meno di olive locali soltanto rispetto allo scorso anno". "Il 2022 – ricorda il presidente Orlandini – è stata sicuramente una buona annata olearia, ma non proprio eccezionale. Infatti ormai di annate particolarmente buone non se ne vedono praticamente più. Quest’anno ha agito, tra le altre cose, anche la mosca olearia, perché in inverno le temperature particolarmente miti non ne hanno impedito la proliferazione. Quindi poche olive, tante mosche e il rischio per le poche che verranno raccolte è di dare un prodotto di qualità non ottimale, proprio perché il frutto è stato particolarmente sotto attacco specialmente in alcune zone". E qui Orlandini inserisce un elemento importante di riflessione: "Alcuni produttori, però, hanno salvato maggiori quantità di produzione grazie a tecniche innovative applicate per la coltivazione. E’ importante ricordare da questo punto di vista l’aiuto che viene dalla ricerca e che continueremo a promuovere con la nostra attività di divulgazione fatta come associazione di categoria. Attività sulla quale ha investito anche la Regione Toscana".

Fran.Ca.