REDAZIONE EMPOLI

Le storie dei migranti "Vado sui cantieri e ho uno stipendio Il peggio è passato"

I resoconti di giovani extracomunitari che ora hanno un posto fisso. In 6 anni, 130 persone inserite in progetti formativi sul territorio. Maurizio Cei di Co&So: "Per 13 c’è stata l’assunzione diretta in azienda".

Le storie dei migranti "Vado sui cantieri e ho uno stipendio Il peggio è passato"

Rodrigue, Omar, Baba. E come loro, pochi altri. Non abbastanza. "Si può fare di più per l’integrazione e l’accoglienza". Il lavoro come riscatto sociale. Lavoro che dà speranza, restituisce dignità e normalità. Tre storie che si perdono in un mare di ostacoli e difficoltà ma che dimostrano quanto i percorsi di inclusione socio lavorativa funzionino, se ci sono volontà e collaborazione. I giovani migranti, oggi parte integrante di imprese del territorio che hanno scelto di scommettere sulle loro potenzialità, si sono raccontati in un video-testimonianza proiettato durante la giornata dedicata ai progetti Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione) al PalaEsposizioni. Un’ occasione per fare il punto sull’accoglienza in Toscana, per ascoltare la voce di protagonisti, per capire le criticità e condividere le buone pratiche. Il focus sull’esperienza dell’Empolese Valdelsa passa da Certaldo e bussa alla porta del Forno Moderno. E’ lì che lavora Baba, arrivato in Italia dal Mali nel 2015. "Dopo un periodo di tirocinio formativo sono stato assunto. Il mio turno? Entro alle una e mezzo della notte e vado avanti fino alla mattina. Sforno sandwich, pizzette e schiacciate. Siamo una grande squadra". E poi c’è Rodrigue, del Camerun, che dal 2018 lavora nel campo dell’edilizia alla Campigli Legnami di Empoli.

"Faccio il montatore, vado sui cantieri - racconta con orgoglio - Senza la rete Sai non sarei andato avanti. Sto meglio di quanto mi potessi aspettare: ho uno stipendio, pago le bollette e l’affitto come tutti. Il peggio è passato". Alla Campigli sono una trentina i migranti passati dal 2017 a oggi. Tra loro anche Omar, che ha un contratto a tempo determinato. "E da poche settimane è arrivato con noi Anatoli - dice Andrea Campigli, titolare dell’azienda - E’ ucraino e ha iniziato il tirocinio di 6 mesi". In 6 anni sono 130 le persone inserite in progetti formativi e tirocini nell’Empolese Valdelsa.

"Al momento sono 5 i tirocini attivi - spiega Maurizio Cei del consorzio Co&So - Di questi 130, per 13 c’è stata l’assunzione diretta in azienda. Chi non è riuscito, ha avuto comunque un avanzamento nell’ingresso del mercato del lavoro". Trenta le aziende del territorio selezionate per la collaborazione. Ma non è tutto rose e fiori. "Le criticità ci sono - confessa Campigli - Due persone inserite in organico non sono un ottimo risultato. Sono entrate durante il picco di produzione legato al boom del super bonus. Al di là della spinta motivazionale che un imprenditore possa avere nell’aderire a questo tipo di progetti, c’è bisogno di maggiori incentivi per le piccole e medie imprese". Un esempio? Con il Pnrr i Comuni sono impegnati in gare per affidare appalti di nuove costruzioni.

"Ma qualcosa non va nei punteggi premianti. Si punta molto sulla responsabilità civile dell’azienda, sull’aspetto sociale che guarda al lavoro femminile, all’impiego di persone con disabilità. Viene premiata l’azienda green, quella attenta a tematiche legate ai benefit per i dipendenti. Ma chi aderisce a progetti di inclusione che interessano migranti viene penalizzato. Non abbiamo sgravi, né riconoscimento. Scelta politica? Può darsi. Ma a livello regionale e locale tanto di più si potrebbe fare".

Ylenia Cecchetti