YLENIA CECCHETTI
Cronaca

L’artista empolese che lavora per la Disney: "Così do vita ai cartoni animati"

Da Montelupo a Vancouver: la firma di Matteo Bagnoli nell’ultimo film ’Spider-Man-Across che Spider-Verse’. "Quando ho visto il mio nome nei titoli di coda ridevo e piangevo. Sto vivendo un sogno incredibile"

Matteo Bagnoli nella sede canadese della Walt Disney Animation Studios

Empoli, 4 giugno 2023 – Finisce il film. Titoli di coda: e tra i nomi spunta quello di Matteo Bagnoli. Alla realizzazione di ’Spider-Man-Across che Spider- Verse’ nelle sale cinematografiche in questi giorni ha collaborato come animatore un giovane empolese. Ex studente del liceo Il Pontormo, Bagnoli, residente a Sammontana, Montelupo Fiorentino, oggi sta vivendo un’importante esperienza professionale in Canada, a Vancouver, dove la Walt Disney Animation Studios ha aperto la sua seconda sede.

Che effetto le ha fatto il suo nome sul grande schermo?

"Sony ha organizzato uno screening del film al cinema questo weekend per noi artisti che ci abbiamo lavorato. Seduto al buio, con tantissime persone intorno, un’esperienza mozzafiato. Ridevo e piangevo".

Da Empoli a Vancouver, come ci è finito?

"Dopo il liceo nel 2015, ho frequentato la ’BigRock’, scuola di 3D in provincia di Treviso. Nella primavera del 2017 ho deciso di specializzarmi sull’ animazione. Poi tante esperienza all’estero, prima in Francia, poi Londra, fino alla chiamata ricevuta dalla Sony Pictures Imageworks, uno degli studi più importanti nel mondo dell’animazione. Ho deciso di buttarmi e raggiungere l’altra parte del mondo".

E come è andata?

"Direi benissimo. Sono arrivato qua a marzo del 2021. Ho lavorato a Sony per tre film: ’Hotel Transylvania: Transformania’, Doctor Strange in the Multiverse of Madness’ e ’Spiderman: Across the Spiderverse’. Nei primi mesi del 2023 ho ricevuto un’offerta inaspettata per iniziare a Walt Disney Animation Studio".

Ovviamente avrà accettato…

"Sono subito tornato a casa per dirlo ai miei, celebrare con famiglia e amici e godermi un po’ di riposo tra un progetto e un altro".

Come è riuscito a conquistare un brand gigante come Disney?

"Cercavano animatori, ho mandato il curriculum senza pensarci troppo e senza grandi aspettative. Dopo tre colloqui é arrivata l’offerta con tanto di logo: il disegno di Topolino, figura di riferimento della mia infanzia".

È stato bambino anche lei, come ha reagito?

"È stato incredibile: Disney, basta pronunciarlo che fa sorridere ed emozionare. Ci ho messo del tempo a realizzare, e ancora non ci credo. Lo studio è tappezzato di disegni, dipinti, sfondi e schizzi dei classici Disney, personaggi e ambienti con cui sono cresciuto. Far parte di quel mondo è inverosimile".

Cosa l’ha portata dalla passione per l’animazione a farne un lavoro?

"Nonostante la mia infanzia a braccetto con Disney, non ho mai pensato che dietro a quei film ci potessero essere delle persone. Studiando ho realizzato che di opportunità nel settore ce n’erano tante. Ma ci sono due scogli da superare: vivere all’estero e combattere la concorrenza".

Di cosa si occupa esattamente?

"Tutto ciò che si muove nel film (esclusi effetti speciali, capelli e vestiti ma a volte animiamo anche quelli). Soprattutto i personaggi. A noi arrivano, da altri dipartimenti, i modelli 3D e l’audio dei doppiatori: li uniamo, facendo sì che il personaggio si muova, parli e provi emozioni, si interfacci con gli altri personaggi. Abbia un suo carattere, proprio come fosse un attore in carne e ossa".

Progetti per il futuro?

"Difficile fare piani a lungo termine. Cinque anni fa non avrei mai immaginato di ritrovarmi in Canada negli studi della Walt Disney Animation Studio. Chissà cosa capiterà tra altri cinque anni".