L’archistar coinvolto nel piano "Una bella sfida, ecco come sarà"

Casamonti: "Queste infrastrutture devono essere performanti e pluriuso"

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"Questa che mi ha proposto Alia è una sfida che ho accettato, con un po’ di paura, ma felice". L’architetto Marco Casamonti non nasconde l’entusiasmo per essere stato coinvolto nella realizzazione dell’impianto al Terrafino. "E’ vero – spiega l’archistar che ha nell’integrazione fra strutture e paesaggio il suo marchio di fabbrica – si tratta di una materia nuova, ma per quanto riguarda noi, sono più di 15 anni che lavoriamo sul rapporto fra industria e paesaggio. Applicato al tema del trattamento dei rifiuti è una sfida ancora più grande". Quindi Casamonti ha illustrato alcuni esempi di ciò che ha in mente quando pensa al Terrafino. "Sul termovalorizzatore di Barcellona è stato costruito un centro congressi. A Copenaghen, sul tetto dell’impianto c’è una pista di sci. Dobbiamo abituarci all’idea che i rifiuti non sono qualcosa da allontanare da noi. Sono una materia da recuperare e riciclare.Questo impianto lancia la sfida di renderlo vicino ai cittadini, usabilei. ueste infrastrutture devono essere performanti e pluriuso. Come le stazioni, luogo di incontro, non solo da cui mettersi in viaggio. Perché non lo può essere un impianto per il trattamento dei rifiuti? Penso a cosa erano gli acquedotti romani: portavano l’acqua, ma erano opere d’arte nel paesaggio".

Bello, ma come? "Un luogo che possa essere frequentato come se fosse una stazione, ma che sia anche un’opera d’arte nel paesaggio. Penso a un bosco, un ambientei dove tutti possono trovare qualcosa da fare all’aperto. Grazie alla collaborazione con il professor Mancuso, può essere un luogo dove le piante sono usate per produrre ossigeno e consumare CO2".

Fran.Ca.