La spinta al manifatturiero Le richieste del sindacato: "Infrastrutture e più tutele"

La Cgil incalza la politica: "Servono interventi sulla logistica e sui trasporti. Mancano navette per collegare i poli industriali empolesi alla stazione".

La spinta al manifatturiero  Le richieste del sindacato:  "Infrastrutture e più tutele"
La spinta al manifatturiero Le richieste del sindacato: "Infrastrutture e più tutele"

Rivendicare la natura manifatturiera dell’Empolese Valdelsa, "un modello alternativo a quello fiorentino dove è crescente la tendenza a fare denaro sotto la pressione della rendita, senza la mediazione del processo di produzione". Un modello valido, quello empolese, che però ha i suoi limiti. Da una parte l’appeal dal punto di vista geografico: tra Firenze, la costa e il territorio delle concerie, Empoli ha grandi potenzialità di sviluppo. Dall’altra, infrastrutture che non sono all’altezza dei processi moderni, una su tutte la FiPiLi. Di questo si è parlato ieri all’assemblea che la Cgil ha organizzato al palazzo delle Esposizioni.

All’ordine del giorno, la manifattura e un’attenta analisi delle criticità. Come sarà la città di domani? Fra le previsioni della variante urbanistica rientra anche l’ampliamento dello stabilimento Zignago Vetro. "Sosteniamo le aziende che vogliono crescere e investire sul territorio - dichiara Gianluca Lacoppola membro della segreteria Cgil Firenze - Ma siamo preoccupati quando fabbrica e territorio entrano in conflitto. Chiediamo alla politica di rassicurare i cittadini che vivono vicino ai siti industriali interessati da certe trasformazioni. C’è in gioco l’arricchimento economico e sociale del territorio". Serve un piano strutturale che implementi lo sviluppo delle aziende. "Per rafforzare le capacità di attrarre investimenti è necessaria una pianificazione a indirizzo pubblico, o si perde competitività - afferma Lacoppola - Servono interventi su logistica e infrastrutture, specie in Valdelsa, o che conosce un periodo di impoverimento rispetto all’empolese". E poi, proposte sulle vie di comunicazione. La prima, potenziare la movimentazione merci su ferro. La seconda, costruire un’alternativa vera all’uso dell’auto (treni e mezzi pubblici efficienti che possano parzialmente svuotare la FiPiLi).

"Si deve costruire una rete di trasporto pubblico efficiente, il pendolarismo oggi congestiona l’arteria: una terza corsia non è pensabile. Serve un trasporto urbano potenziato che colleghi Firenze alle zone industriali, non servite e tutte da riqualificare". "Non ci sono navette che colleghino i poli industriali empolesi alla stazione - aggiunge Filippo Sozzi della Fiom - Servono marciapiedi, illuminazione, punti ristoro, hotel, farmacie, uno sportello bancario, l’ufficio postale. Servono mense o ambienti polivalenti a disposizione dei dipendenti. Servizi che oggi tra Terrafino, Carraia, Ponterotto, Castelluccio, ma anche Vinci, Montelupo e Certaldo, nessuno ha".

Ylenia Cecchetti