La pelle tra guerre e crisi del lusso: "La forza? L’economia del bello"

Rimbalzo dei prezzi e tensioni pesano anche sul conciario. Importante iniziativa di Unic in Senato

La pelle tra guerre e crisi del lusso: "La forza? L’economia del bello"

La pelle tra guerre e crisi del lusso: "La forza? L’economia del bello"

Una chiusura dell’anno in chiaro scuro. "C’è uno stallo nel mercato del lusso per le incertezze sulla stabilità internazionale". Un dato certificato anche dal convegno, organizzato da Filctem Cgil Firenze. E che nel Comprensorio è evidente da mesi: lavoro a singhiozzo, sempre di più a macchia di leopardo, con le grandi maison che su alcuni segmenti hanno ridotto le commesse. E un 2023 che per la conceria potrebbe andare a chiudersi con il segno meno. Il summit fiorentino, però, ha anche mandato un messaggio chiaro e carico di significati, si apprende,: "Chiediamo alle controparti datoriali un tavolo per salvaguardare il saper fare e la qualità produttiva delle filiere, e alle istituzioni una interlocuzione per sostenere questo sforzo con l’intervento del pubblico per la tenuta occupazionale e la competitività delle filiere".

Insomma, bisogna fare squadra

per superare anche questa crisi.

Che, stando ai dati, vede particolarmente in sofferenza il comparto moda, con contrazioni che oscillano tra il -8,8% dell’abbigliamento e il -24,9% delle calzature". La sofferenza della pelle è causata da molteplici fattori: il mercato della moda, appunto, che risente di guerre e tensioni. Inoltre le attività sono state condizionate da inflazione e materia prima, il cui mercato di approvvigionamento va rimpicciolendosi. Da qui il rischio di veder lievitare i costi produttivi. ma anche la possibilità che tutto questo spaventi anche i consumatori. Il settore, tuttavia, resta comunque combattivo e la promozione e la valorizzazione proseguono a pieno ritmo.

Nei giorni scorsi – come si apprende dal magazine La Conceria – Unic Concerie Italiane ha partecipato, portando la propria testimonianza settoriale, alla riunione dell’Intergruppo Parlamentare Moda, guidato dal senatore Ivan Scalfarotto e dall’onorevole Fabio Pietrella. Fulvia Bacchi (direttore generale Unic, associazione che fa parte della galassia di Confindustria Moda) ha portato in Senato le istanze e la bellezza della pelle italiana. Avviando un canale di dialogo e confronto molto importante. L’Economia della Bellezza, va ricordato, ha contribuito in modo importante alla ripresa dell’economia italiana dopo il biennio pandemico. Nonostante il passaggio difficile che sta vivendo in questo 2023 che doveva essere di ripresa, il comparto resta un pilastro del sistema economico che esprime "un’eccellenza assoluta dal punto di vista industriale, qualitativo e creativo".

C. B.