La pelle piegata dalle difficoltà. Anche la politica si mobilita: "Aprire subito il tavolo di crisi"

Preoccupa lo stato di salute del distretto dove già fioccano licenziamenti nelle aziende. Il consigliere regionale Pieroni: " Negli ultimi venti anni dimezzati i volumi delle produzioni".

La pelle piegata dalle difficoltà. Anche la politica si mobilita: "Aprire subito il tavolo di crisi"

La pelle piegata dalle difficoltà. Anche la politica si mobilita: "Aprire subito il tavolo di crisi"

La moda in crisi. Pelle, cuoio e scarpa nell’occhio del ciclone della congiuntura. Fioccano già i licenziamenti e il fabbisogno di cassa integrazione è sempre più alto. Dopo il primo passaggio in Regione, è il consigliere Andrea Pieroni a chiedere che si apra subito un tavolo di crisi in grado di dare risposte. "In seconda commissione sviluppo economico del consiglio regionale abbiamo affrontato il tema della crisi e delle difficoltà del settore conciario – dice l’esponente Pd –. L’abbiamo fatto ascoltando in audizione i rappresentanti delle categorie imprenditoriali e dei sindacati. Stiamo parlando di un comparto che sconta gli effetti della crisi che ha colpito la filiera della moda".

I dati che le imprese hanno riferito sono preoccupanti: si parla di una riduzione di fatturato dal 20 al 50 per cento da parte delle aziende. "Si registra, inoltre, un aumento esponenziale della cassa integrazione e anche l’occupazione ne risente – precisa Pieroni –. Non possiamo trascurare il grido di dolore del distretto conciario. Stiamo parlando infatti di un comparto costituito da circa 500 aziende - tra concerie, conto terzisti e indotto – che dà lavoro a oltre 5000 addetti e che registra un fatturato di 2,5 miliardi di euro".

"La crisi attuale, ci è stato detto, rischia di diventare strutturale, tant’è che in venti anni i volumi delle produzioni si sono dimezzati. Inoltre, il distretto delle pelli e del cuoio sta cambiando fisionomia, in virtù dell’acquisizione delle aziende più grandi da parte dei grandi marchi del lusso o da fondi di investimento stranieri – sottolinea Pieroni –. Dinamiche queste che alimentano incertezze sul futuro. Per questo, occorre attivare subito un tavolo di crisi regionale dove delineare strategie e azioni utili a far sì che il settore possa superare questo momento di difficoltà. A tal fine, condividendo la proposta della presidente Bugetti, vogliamo predisporre un documento, una risoluzione, da portare in consiglio regionale, che sia di stimolo, di proposta, di indirizzo alla giunta perché quelle azioni e quelle strategie possano essere attuate immediatamente in maniera adeguata ed efficace". Il settore conciario è uscito da un 2023 pieno di ombre per sbarcare dentro il nuovo anno nel quale – al momento – non ci sono prospettive di ripresa e di inversione di tendenza.

Il rischio, anche secondo quanto sottolineato nei giorni scorsi dai sindacati, è che sia a rischio la tenuta del distretto con gravi conseguenza: emergenza occupazione, perdita di azienda e del know how da mettere in opera quando ci saranno le prime condizioni di ripresa.

C. B.