La morte di Mattia. Esposta la salma. Centinaia in lacrime. L’abbraccio ai familiari

Aperta la camera ardente alla cappella della Madonna della divina grazia. I parenti: "Insieme a te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore. Siamo sicuri che un giorno ci ritroveremo". Domattina il funerale.

La morte di Mattia. Esposta la salma. Centinaia in lacrime. L’abbraccio ai familiari

La morte di Mattia. Esposta la salma. Centinaia in lacrime. L’abbraccio ai familiari

Alle 11 di ieri Mattia è tornato a San Romano. Nella cappella della Madonna della Divina Grazia, la patrona della frazione divisa a metà tra Montopoli e San Miniato dove la famiglia Giani abita da sempre. Per alcune ore la camera ardente è rimasta chiusa per consentire il raccoglimento privato dei familiari e dei parenti più stretti. Poco prima delle 16 è stata aperta alle visite e all’abbraccio di centinaia di persone. Subito una folla, soprattutto giovani e giovanissimi, si è riversata nella cappella che si trova a destra dell’ingresso della chiesa parrocchiale di San Romano. Lacrime e ricordi di un giovane amato da tutti. Domani, alle 10, nella stessa chiesa avrà luogo il rito funebre. Poi la sepoltura nel cimitero di San Miniato.

"Insieme a te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore – sono le parole dedicate a Mattia dai genitori Sandro e Debora, dal fratello Elia con la fidanzata Arianna, dai nonni, dalla fidanzata Sofia, dagli zii, dalla cugina e dai parenti tutti nel manifesto funebre affisso ieri nel primo pomeriggio – Continueremo a vivere con gioia sicuri che un giorno ci ritroveremo. La tua forza, la tua volontà e il tuo amore ci accompagnino nel cammino della vita. Sarai vivo nei nostri pensieri ogni giorno. Ti ameremo per sempre".

Mattia Giani aveva 26 anni, compiuti a gennaio. Aveva studiato all’istituto tecnico Cattaneo di San Miniato e lavorava alla Dermacolor, azienda di prodotti chimici per conceria. Da sempre Mattia giocava a calcio. Aveva militato nelle giovanili dell’Empoli e poi in molte squadre tra serie C e serie D. Da un paio d’anni era approdato al Castelfiorentino, la compagine di cui è direttore generale Andrea Vaglini, amico di famiglia che ha visto nascere Mattia. Domenica, al minuto quindicesimo di Lanciotto Campi-Castelfiorentino, girone A di Eccellenza, Mattia Giani si è accasciato al suolo. E’ spirato la mattina di lunedì all’ospedale di Careggi.

Sulla morte del giovane calciatore, come noto, la Procura della repubblica di Firenze ha aperto un’inchiesta. Venerdì c’è stata l’autopsia alla quale ha assistito anche il medico legale nominato dalla famiglia tramite l’avvocato Duccio Baglini. Perché Mattia è morto? Questo il quesito a cui deve dare una risposta l’autopsia per le cui risulanze c’è tempo novanta giorni. Dal referto dell’arbitro è emerso che "La prima ambulanza, allo stadio Ballerini di Campi Bisenzio, è arrivata dopo 17 minuti da quando il calciatore del Castelfiorentino si è accasciato a terra" e "alcuni minuti dopo, altro personale sanitario ha contribuito alle manovre di rianimazione del 26enne", prima del trasferimento all’ospedale di Careggi. Allo stadio Ballerini di Campi domenica non c’erano né l’ambulanza né il medico. Il regolamento del campionato di Eccellenza parla chiaro: ambulanza o medico devono essere presenti a inizio gara. Per questo il giudice sportivo ha sanzionato il Lanciotto Campi con una multa di 400 euro.

Domani si dovrebbe conoscere anche la decisione del Comitato regionale toscano della Figc sul proseguo della partita tra Lanciotto e Castelfiorentino già fissato per il 24 aprile. Il Castelfiorentino ha chiesto di non rigiocare al Ballerini dove Mattia si è sentito male. Il Lanciotto ha dato la propria disponibilità e probabilmente la gara verrà terminata in un altro impianto.