
La missione di Ilaria. Dallo spazio al Cairo: "Io, ambasciatrice per i diritti delle donne"
La loro forza è inarrestabile: le donne Stem (acronimo di science, technology, engineering and mathematics) conducono ricerche all’avanguardia in tutto il mondo. "Contribuiscono a scoperte straordinarie eppure sono ancora sotto rappresentate. Il loro lavoro spesso non ottiene il riconoscimento che merita". Parola dell’ambasciatore d’Italia al Cairo Michele Quaroni che ha introdotto l’evento ’Science, she says!’, un incontro organizzato in favore dell’empowerment femminile, un momento diplomatico per celebrare i risultati delle donne nella scienza. Inutile dire che sono rare le professioniste che hanno avuto accesso, ad esempio, a missioni spaziali. Tra queste c’è Ilaria Cinelli, ingegnere biomedico, mentor del programma Space4Women dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Spaziali Esteri, e anche per questo tra le protagoniste dell’incontro in Egitto per la Giornata internazionale delle donne nella scienza.
Cinelli, astronauta analogo di 38 anni, impegnata in missioni ’marziane’ sparse in tutto il mondo, è partita da Montelupo Fiorentino per inseguire una carriera stellare in perenne ascesa. La sfida? Portare la gender equality anche nello spazio. Ecco che al Cairo, la ’Martian Girl’ ha preso il microfono raccontando la sua esperienza. Sono sempre di più, infatti, le donne interessate alla scienza, sia in Italia che in Africa e Medio Oriente, ma spesso l’accesso alle carriere non è semplice. A dirlo sono i numeri e le storie personali emerse proprio durante l’evento promosso dall’Ambasciata d’Italia al Cairo.
Tra le testimonial per l’Italia, l’ex studentessa del Pontormo di Empoli. "Al convegno - racconta l’ingegnere aerospaziale (oggi lavora a Torino per una società privata che si occupa delle simulazioni delle missioni su Marte e partecipa a team internazionali di ricerca, ndr) ho partecipato per dare un contributo nel campo delle discipline Stem, per raccontare la mia carriera in ambito spaziale. Le difficoltà esistono ancora, eccome. Viviamo varie forme di discriminazione, dal mancato riconoscimento delle skills, a stipendi inferiori rispetto ai colleghi. E’ importante incoraggiare le donne così come le minoranze in generale, che spesso abbracciano anche il genere maschile. C’è bisogno di un cambio di prospettiva, di mindset. C’è da lavorare tanto sull’integrazione tra uomo e donna, nella scienza e non solo". Partita da Montelupo Fiorentino, l’esperta del pianeta rosso ha condotto importanti dottorati di ricerca a livello internazionale battendosi per far diventare lo spazio un ambiente a misura di donna.
"Sono cresciuta in un ambiente piccolo, dove hai le risorse limitate, ma questo non mi ha mai spaventata. Se Rita Levi Montalcini ha fatto scienza in tempo di guerra, dalla provincia posso farcela anche io". E così è stato. "Il mio messaggio? "Giusto supportare le bambine, fin da piccole, e invogliarle a seguire i propri sogni e obiettivi nel campo scientifico, ma è sul mondo degli adulti che bisogna fare la rivoluzione. Le donne le perdi da grandi; per la parità di genere bisogna ripartire educando gli adulti, sono loro a dover prendere le decisioni giuste. Continuerò a dare il mio contributo da scienziata nella sensibilizzazione, ma se non cambia la mentalità dei leader il mio sarà un lavoro vano. Se un’azienda va male non si cambiano i dipendenti, ma chi è al comando. Riusciremo a ribaltare il punto di vista? Solo così una Nazione avanza. Solo così si cambia il mondo".