La Lettura Vinciana di Marani Nel segno del ’Salvator Mundi’ L’analisi dell’opera e le attribuzioni

Attesa per l’inizio delle Celebrazioni Leonardiane: l’appuntamento è fissato al teatro di Vinci per il 15 aprile

La Lettura Vinciana di Marani  Nel segno del ’Salvator Mundi’  L’analisi dell’opera e le attribuzioni

La Lettura Vinciana di Marani Nel segno del ’Salvator Mundi’ L’analisi dell’opera e le attribuzioni

La ricorrenza della nascita di Leonardo da Vinci, il 16 aprile del 1452, si avvicina e nella sua città natale c’è aria di festa. Le Celebrazioni Leonardiane avranno inizio con la tradizionale Lettura Vinciana, il 15 aprile al Teatro di Vinci alle 10,30. La LXII Lettura Vinciana quest’anno è dedicata al dipinto ’Salvator Mundi’, da cui prende il nome la dissertazione "Il Salvator Mundi saudita: novità sulla sua fortuna iconografica e una riconsiderazione. ... perché a tale pittura sarà fatto di continuo voti e diverse orazioni (Libro di pittura)". La Lettura Vinciana quest’anno è affidata a Pietro Cesare Marani, docente di Storia dell’arte moderna, dell’arte contemporanea e museologia al Politecnico di Milano, e di Storia dell’arte del Rinascimento nella Scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’Università Cattolica di Milano. Oltre a essere autore di numerosi articoli e volumi sull’arte, l’architettura e il pensiero nel Rinascimento italiano, Marani ha curato oltre venti volumi su Leonardo, la pittura dei leonardeschi e il Cenacolo, del cui restauro è stato condirettore. Il punto di partenza è il passo dal Libro di pittura sulla “Disputa del poeta e pittore, e che differenzia è da poesia a pittura“ . "La conclusione del famoso passo dal Libro di pittura – riporta la nota di presentazione della Lettura Vinciana - nella prima parte del Paragone, racconta della creazione da parte di Leonardo di “una pittura che rappresentava una cosa divina” e ... Insiste sulla potenza delle immagini “divine“ e di quelle religiose, immagini da venerare, alle quali fare voti e davanti alle quali pregare. Potenza evocatrice, forza che induce alla preghiera popoli provenienti da diverse “provinzie“, non può applicarsi meglio che al Salvator Mundi, già in collezione Cook e oggi in collezione saudita, opera dall’altissimo valore devozionale". Il passo dal Libro di pittura è l’occasione per una riconsiderazione del dipinto, esposto alla National Gallery di Londra nel 2011- 2012 come opera autografa di Leonardo. "Un’attribuzione – conclude la nota – che ha dato origine a infinite polemiche, molte delle quali non hanno niente a che fare con la pittura in sé e la sua qualità, ma derivano dal prezzo esorbitante pagato durante i suoi recenti passaggi di proprietà. L’enorme fortuna di questa iconografia, sicuramente messa a punto da Leonardo stesso, di cui sussistono i disegni preparatori e una serie di dati documentari, viene riconsiderata, con nuovi argomenti e confronti, insieme con una nuova valutazione delle critiche e delle posizioni degli studiosi a proposito delle parti eventualmente autografe e delle diverse attribuzioni proposte".

C.C.