FRANCESCA CAVINI
Cronaca

La legge irlandese contro l’alcol "Un provvedimento che minaccia tradizioni e cultura legate al vino"

Varato l’obbligo di mettere sull’etichetta di ogni bottiglia avvertimenti sui pericoli del consumo. La produttrice Emanuela Tamburini: "Si sta lanciando un messaggio completamente sbagliato".

La legge irlandese contro l’alcol "Un provvedimento che minaccia tradizioni e cultura legate al vino"

di Francesca Cavini

Gli ’health warnings’ in etichetta per gli alcolici saranno obbligatori in Irlanda dal maggio 2026. Tre anni è il tempo dato alle aziende per mettersi in regola dalla legge firmata lunedì scorso dal ministro della salute. Legge che obbliga a esporre su ogni bevanda alcolica venduta nella Repubblica irlandese un’etichetta, appunto, dove è scritto che l’alcol può provocare danni al fegato e tumori mortali. Le proteste arrivate dai paesi europei produttori di vino, evidentemente, non sono state sufficienti a evitare che la legge irlandese creasse un rischioso precedente. Una notizia che fa discutere, dunque, a pochi giorni da ’Cantine Aperte’ al suo trentesimo anniversario insieme al Movimento del Turismo del Vino, la onlus di cui Emanuela Tamburini, titolare dell’omonima azienda enologica a Gambassi Terme, è stata presidente e oggi è membro del consiglio direttivo toscano.

E adesso che succede?

"La situazione non è semplice, perché si va a dare un messaggio completamente sbagliato. Si sta parlando di un prodotto che se consumato nelle giuste dosi non è dannoso. Questa legge ci mette in difficoltà specie in un contesto come l’Italia dove il vino è cultura, non una bevanda per lo sballo".

Il vino è veicolo di tradizione e territorio per un turismo che ama la qualità...

"Certo, le persone vengono da noi per imparare la cultura del buon bere, dell’abbinare la qualità del bere con il buon vivere".

Ma il turismo del vino senza ’degustazioni pericolose’ potrebbe esistere ancora?

"Con questa decisione viene depauperata la nostra tradizione. Noi come aziende del turismo del vino che si sono impegnate da sempre per un consumo educato, dovremo impegnarci ancora di più per far passare il messaggio che il vino fa parte della nostra cultura. Ed è un peccato, perché l’enoturismo è ripartito in maniera positiva. Penso agli americani che sono tornati e non venivano più dal 2020. Per loro, per esempio, è sempre un po’ sorprendente capire che il vino si beve ai pasti, non a stomaco vuoto".

Voi vi impegnerete di più, ma c’è qualcuno che vorreste intervenisse per evitare che altri stati dell’Europa adottino leggi come quella irlandese?

"Al governo, alle istituzioni. Devono intervenire perché sarà un danno notevole, non solo per l’aspetto economico. Si sta mettendo a rischio l’eredità di tradizioni e cultura del nostro Paese. Se si continua così, possiamo bere acqua naturale e basta, perché le tante bevande non alcoliche che si trovano in commercio hanno dentro componenti che certo non fanno bene alla salute".