La coop Savia, nata alla fine degli anni ’50 nelle ultime propaggini della frazione di Pontorme, a un passo dalla statale 67, fu una delle fabbriche del consenso per il Pci, così come altre consorelle, non solo del settore vetrario. D’altra parte quella che a tutti gli effetti, almeno ai livelli più alti, era un’aristocrazia operaia, aveva connaturato in sé lo stare a sinistra, nel partito degli operai. Certo, i socialisti non mancavano, ma non erano molti. La Savia, così come la Cive, ‘offrì’ dirigenti al partito di via Ridolfi (come allora si chiamava via Fabiani). Un presidente della coop pontormese, Enzo Nucci, è stato consigliere comunale per il Pci e anche vicesindaco. Ma da quella vetreria avrebbe potuto uscire anche un altro dirigente, se un infarto non se lo fosse portato via giovanissimo: Mauro Cerbioni. Di lui si era parlato come di un possibile segretario del partito a Empoli, o magari di un suo futuro nell’amministrazione comunale, un altro dei ‘settori’ d’intervento prioritari per i dirigenti del partito della falce e martello. Dalla consorella Cive, invece, in tempi decisamente più vicini a noi, è venuto, alla fine degli anni ’80, un giovane di Bagno a Ripoli, Vittorio Bugli, sindaco di Empoli, poi consigliere e assessore regionale.
La Savia seguì la sorte di tante altre cooperative del vetro, senza dimenticare quelle private, che, come vittime di un’inesorabile maledizione del mercato e della concorrenza internazionale, hanno dovuto chiudere i battenti, chi prima chi poi. Fino ad arrivare all’odierno deserto empolese, dov’è rimasta una cristalleria, la Nuova Cev, la fabbrica di bottiglie del gruppo Zignago e una serie di cosiddette seconde lavorazioni, aziende in cui, dopo aver acquistato un oggetto in vetro, lo si decora per impreziosirlo.
B.B.