BRUNO BERTI
Cronaca

È corsa alle Regionali. Giani nella casa della Cgil. Parole e geopolitica. Le strategie dietro al Sì

Il governatore ha scelto Ponte a Elsa, la patria di Rossano Rossi, per dichiarare pubblicamente la sua posizione sul referendum.

Il governatore ha scelto Ponte a Elsa, la patria di Rossano Rossi, per dichiarare pubblicamente la sua posizione sul referendum.

Il governatore ha scelto Ponte a Elsa, la patria di Rossano Rossi, per dichiarare pubblicamente la sua posizione sul referendum.

di Bruno Berti

L’incontro alla Casa del popolo di Ponte a Elsa, organizzato domenica scorsa dalla Cgil sui cinque referendum chiesti da una parte importante delle forze sindacali e politiche, ha segnato qualcosa di più dell’atteso bagno di folla (Empoli e la sua zona sono, dal punto di vista del sindacato, un terreno fertile di consensi) per il segretario generale Maurizio Landini. L’iniziativa ha avuto anche un significato politico pesante che guarda alle prossime elezioni regionali. Insieme ai dirigenti sindacali c’erano anche i responsabili regionali di una fetta molto ampia delle forze del centrosinistra, ma soprattutto c’era anche il presidente della Regione, Eugenio Giani. Nel corso della mattinata il governatore è intervenuto dicendosi a favore dei referendum e che lui voterà per il sì, vale a dire per cancellare alcune norme che secondo i sindacati sono contro i lavoratori, oltre a scegliere di rendere più celere il processo per l’acquisizione della cittadinanza italiana.

Una posizione convinta, visto che l’ha ripetuta anche ai microfoni del telegiornale regionale che aveva inviato una troupe a Ponte a Elsa. Una presa di posizione che da un lato parla di una precisa scelta di campo, ma dall’altro rende molto difficile per il Pd, e per il centrosinistra, fare una scelta diversa per la candidatura a governatore del bis di Giani. Che tra l’altro conta già nel suo carniere alcuni sondaggi che parlano di una sua vittoria senza problemi, anche nei confronti dell’alfiere più accreditato del centrodestra, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (FdI). La scelta del governatore è stata improntata a un’attenzione ai linguaggi della politica, dove conta ciò che si dice, ovviamente, ma anche i luoghi in cui ci si esprime e la platea di fronte alla quale si parla. Nel caso dell’assemblea di Ponte a Elsa, aver scelto una manifestazione della Cgil, il punto di riferimento sociale per la campagna per i referendum significa marcare una comunanza di interessi e di visione.

Per quanto riguarda il luogo c’è una valutazione che sa di geografia politica: l’area fiorentina, o Città Metropolitana se preferite, costituisce il grande granaio del consenso per il centrosinistra in Toscana, quel fortilizio costruito nei decenni che dall’inizio del sistema regionale, nel 1970, ha visto sempre ripiegare con perdite le forze del centro e più tardi del centrodestra. Una simile scelta mostra anche un lato più politico del presidente della Regione, che non è solo l’uomo delle strette di mano e del taglio dei nastri. D’altra parte qualche segnale c’era già stato in occasione di scelte sulla delicatissima materia, dal punto di vista del consenso, della sanità. In questo è in buona compagnia. Basti pensare al ruolo in argomento di alcuni suoi predecessori: tanto per citarne uno, Enrico Rossi.

A tutto questo c’è poi da aggiungere una notazione più personale, per certi versi. Il segretario regionale della Cgil (il padrone di casa, per così dire, a Ponte a Elsa), l’empolese Rossano Rossi che si è fatto le ossa alla Sammontana per poi spiccare il volo fino alla poltrona fiorentina, ha ormai da molto tempo un buon rapporto con Giani. I due, quindi, si conoscono e si stimano. Tra l’altro la Cgil regionale che Rossi guida è in buona salute, poiché a livello nazionale è la regione che ha dato il maggior apporto all’incremento del tesseramento al sindacato a livello nazionale: oltre 6mila nuovi iscritti su circa 22mila a livello nazionale.