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La Cina spinge la scarpa. Occhi puntati su Micam: "Ma ci sono nuove ombre"

Apre il Salone internazionale della calzatura: il bilancio della semestrale. Anche i compratori dall’Est sono in ripresa. Restano, però, incertezze.

La Cina spinge la scarpa. Occhi puntati su Micam: "Ma ci sono nuove ombre"

Oggi apre Micam a Milano. Dove la scarpa arriva con un bilancio in chiaro scuro. Sono le somme dei primi sei mesi dell’anno del Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici con Micam Milano. Un semestre che si chiude in positivo, ma con più di un’ombra sull’evoluzione futura, il primo semestre per il comparto con una crescita del fatturato (+7,4%) e dell’export (+10,2% in valore nei primi 5 mesi). Sono però le quantità a soffrire: -6,8% quelle esportate e -5,7% quelle realizzate.

Battuta d’arresto in maggio e giugno per gli acquisti delle famiglie, con una prima metà dell’anno su ritmi molto blandi (-1,2% in spesa e -3,4% in volume). Indicazioni sinora decisamente premianti, malgrado le recenti preoccupazioni per il rallentamento dell’economia nazionale, provengono dalla Cina (+20,4% in volume e +43,4% in valore), dove il prezzo medio, di gran lunga il più elevato tra quello dei principali mercati di sbocco della calzatura made in Italy, indica chiaramente come tali numeri siano legati soprattutto alle performance delle grandi multinazionali del lusso, in un mercato non di facile approccio per le aziende con marchio proprio. "Il rallentamento ampiamente previsto si è infine palesato nel secondo trimestre dell’anno in corso – rileva Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici –. Al forte rimbalzo del 2021 registrato dopo il crollo procurato dai lockdown e al proseguimento del recupero nel corso del 2022 – pur su ritmi comprensibilmente meno sostenuti, via via che i livelli di attività si normalizzavano - ha fatto seguito, dopo un avvio 2023 ancora favorevole in gran parte delle variabili congiunturali, una marcata decelerazione. A cominciare dalle esportazioni, volano del settore, che nel bimestre aprile-maggio hanno evidenziato, dopo gli incrementi a doppia cifra dei mesi precedenti, solo una debole tenuta. Nei primi 5 mesi registrano incrementi in valore tutte le principali destinazioni dell’export, a eccezione della Svizzera – che segna un - 13,6% (con un -29% nelle paia), del Regno Unito (-2,6%) e del Canada (stabile, -0,5%, ma in forte calo in quantità)".

Interessante il rimbalzo in Russia e Ucraina (+37% e +56% in valore rispettivamente), anche se va tenuto conto che il raffronto avviene su un periodo in cui l’inizio del conflitto aveva fatto crollare le vendite.

C. B.