
"Il controllo è cruciale. Ma due su dieci lo saltano"
Una donna ogni 7, nell’arco della propria vita, riceve la diagnosi infausta di tumore al seno. Non tutte le donne che vengono invitate allo screening per la prevenzione, però, rispondono all’appello. La percentuale di chi riceve la lettera e non effettua, per svariati motivi, il controllo, è aumentata. Lo conferma Claudio Caponi, chirurgo senologico e vicepresidente di Astro. "In pre pandemia a Empoli eravamo al 93% di risposta alle chiamate per gli screening, uno dei dati più alti della Toscana. Ora la partecipazione si sta abbassando, siamo all’80%. Questo 20% di donne che non si presentano alle mammografie è un effetto post Covid. Se tante pazienti si presentano a uno stato avanzato della malattia è perché negli anni precedenti, con la sospensione prima e il recupero poi degli screening saltati per la pandemia, si è interrotto il ritmo. C’è chi ha perso l’abitudine e oggi si ritrova a far fronte con altri tipi di problemi urgenti, di natura economica ad esempio. Ci sono altri pensieri, altre priorità".
L’aumento di tumori in fase avanzata è già una realtà, e preoccupa il futuro. Si apre un’altra partita. "Tutti noi - dichiara il dottor Caponi - discutiamo dell’epidemia del cancro. Nel 2022 è stato operato in Toscana il 13% in meno dei tumori alla mammella. La fascia più colpita va dai 48 ai 58 anni. Ma ci sarebbe da rivedere anche l’aspetto legato all’età per i controlli, perché le donne di oggi non sono le stesse di 50 anni fa, i parametri scelti per gli screening andrebbero aggiornati. Questo presupporrebbe investimenti, medici al lavoro". Ma, altro problema: mancano gli specialisti. Y.C.