
EMPOLI
Via Benedetto da Maiano è avvolta dal silenzio. Sembra un pomeriggio come tanti a Santa Maria: sono da poco passate le 17, la strada è vuota, le finestre degli appartamenti chiuse, le tapparelle abbassate per il gran caldo che in questi giorni sta infiammando la città. Al civico 27 si è appena cosumata una tragedia e il vicinato sembra non farsene una ragione. I condomini più anziani sono ancora sconvolti dall’accaduto. Ne parlano tra loro, a bassa voce, increduli, scioccati. "E’ caduto un ragazzo che era qui per lavorare, che disgrazia": questa l’unica certezza.
Nel cortile interno della palazzina in cui è avvenuto l’incidente sembra tutto in ordine: sul retro, la sedia dove in genere la signora Maria Dragone trascorre le serate per prendere un po’ di fresco è stata solo sfiorata dal volo tremendo che l’uomo ha fatto, precipitando dal secondo piano. Sul terreno è ancora evidente la sagoma del cadavere, la ghiaia ha preso la forma del pover’uomo. Non ci sono impalcature sul terrazzo, solo la ringhiera che sembra intatta.
"Ho sentito un tonfo mentre ero in casa, come se fosse caduto qualcosa. E subito dopo un botto. Poi le grida disperate e una corsa per le scale". Maria Dragone abita proprio sotto l’appartamento dove gli operai della ditta edile stavano eseguendo dei piccoli lavori di ristrutturazione. Al momento dell’accaduto era in casa: non appena si è precipitata fuori si è trovata davanti una scena agghiacciante. "Ho sentito questo rumore fortissimo – racconta visibilmente scossa, l’anziana – Sono immediatamente scappata fuori e ho visto tutto. Il volto era coperto di sangue. L’uomo era disteso, in posizione supina. Sono stata la prima ad accorgermi dell’accaduto e ho subito allertato mio figlio che in quel momento era uscito per portare il cane a passeggio".
E’ stato proprio il figlio della signora Dragone il primo a dare l’allarme e a chiamare i soccorsi, "ed era ancora più scosso di me – confessa Maria Dragone – Siamo rimasti qui ad aspettare l’intervento del 118 consapevoli che non c’era più nulla da fare ormai. Quando ci siamo avvicinati, l’uomo era già deceduto". Richiamata dalle urla è scesa poco dopo, anche la famiglia che vive accanto all’appartamento dal quale è precipitato l’operaio. "Oltre al rumore sordo della caduta – continua Maria Dragone – ho sentito, subito dopo, la corsa frenetica dell’altro operaio per le scale. Non so come abbia fatto a non cadere. Era molto agitato. Urlava e piangeva".
Quando poi si è avvicinato al collega esanime e lo ha toccato per accettarne la morte, "si è disperato – ricorda l’anziana – ha cominciato a scuotere la testa, poverino, a lamentarsi in una lingua straniera, non capivo. Entrambi gli operai erano albanesi".
Secondo quanto riportato dalla Dragone, la prima ad intervenire sul luogo dell’accaduto, l’uomo non indossava l’elemetto antinfortunistico e nessun tipo di protezione "anche perché – racconta ancora, la donna – anche oggi stavano lavorando all’interno dell’appartamento". Ripercorrendo quegli attimi concitati, la signora si chiede come possa essere accaduto un fatto così tremendo. "Erano arrivati da 10 minuti, avevano iniziato a lavorare da poco ed erano solo in due. Non ho idea della dinamica. Per cadere, il giovane avrebbe dovuto sporgersi ma non c’erano cantieri esterni. Nessun lavoro sul terrazzo. Non posso fare a meno di pensare alla sua famiglia – conclude, commossa, Maria Dragone – Ai suoi figli. Era giovane. Impensabile perdere la vita così".
Ylenia Cecchetti