Frane sotto la lente I pericoli sono contenuti "L’unica arma di difesa è la programmazione"

La geologa Monica Salvadori sottolinea l’importanza di alcuni interventi "Il primo passo è realizzare le casse di espansione già individuate" .

Frane sotto la lente  I pericoli sono contenuti  "L’unica arma di difesa  è la programmazione"

Frane sotto la lente I pericoli sono contenuti "L’unica arma di difesa è la programmazione"

di Simone Cioni

Le immagini del disastro causato dai recenti eventi atmosferici in gran parte dell’Emilia Romagna ci ricordano anche la vulnerabilità del nostro territorio, che ha a sua volta dovuto in più occasioni far fronte a calamità di notevole portata. Per fortuna in questo momento nel circondario non ci sono criticità oggettive, sebbene dagli ultimi rilevamenti siano quasi mille le frane attive, molte delle quali in Valdelsa nel comune di Montespertoli. "Tuttavia al momento per nessuna di queste c’è un rischio immediato, ossia il possibile coinvolgimento di abitazioni o infrastrutture – specifica Monica Salvadori, geologa presso l’Unione dei Comuni del Circondario dell’Empolese Valdelsa – perché, a differenza di quanto sta accadendo nel Mugello, per fortuna sul nostro territorio i fenomeni temporaleschi non sono stati particolarmente forti. In ogni modo, quelle ritenute più pericolose, ossia che possono avere delle ripercussioni appunto su strade o strutture abitative o industriali, sono tutte attenzionate dal Sistema di Protezione Civile dell’Empolese Valdelsa, in modo da cogliere immediatamente un’eventuale ripresa del movimento franoso".

Gli eventi catastrofici degli ultimi anni hanno aumentato la consapevolezza del fatto che, a causa del cambiamento climatico, sempre più spesso ci troveremo a fronteggiare criticità impreviste e imprevedibili, per le quali le uniche azioni da mettere in campo sono la programmazione e la realizzazione di quelle opere necessarie per poter quanto meno limitare i possibili effetti devestanti del maltempo. "Ad oggi l’unica arma che abbiamo – procede Salvadori – è quella dei piani di riduzione del rischio, come noi abbiamo fatto due anni fa stilando una mappa che riassume, con le relativa priorità, gli interventi necessari sul nostro territorio per quanto riguarda il rischio idrogeologico, per poter accedere ai finanziamenti necessari per la realizzazione, dato che si parla di risorse fuori dalla portata dei singoli comuni. Si tratta principalmente di casse di espansione riguardo ai fiumi Arno ed Elsa e ai torrenti Orme e Virgilio, che speriamo adesso si possano sbloccare con i fondi del Pnrr. Come successe ad Empoli nel 2019, poi, alcuni fenomeni alluvionali potrebbero essere causati dal reticolo minore tombato, ma già ridurre la portata di fiumi e torrenti, permetterebbe anche un miglior smaltimento dell’acqua nel reticolo minore".

"Inoltre negli ultimi anni, a mano a mano che eventi di una certa gravità si sono verificati sempre più di frequente – conclude l’esperta – si sta cercando di rivedere un po’ i parametri con i quali vengono realizzate certi interventi". Per calcolare la portata di determinati eventi infatti non vanno considerate solo le piogge, ma anche uno studio geologico dei terreni e il tipo di trasformazioni afflussi-deflussi. Insomma, l’attenzione deve sempre rimanere alta, ma soprattutto è necessario fare tutto quello ciò che è nelle nostre facoltà per rendere il più possibile sicuro il nostro territorio, a partire quindi dalla realizzazione di queste casse di espansione per i fiumi principali, che probabilmente non risolveranno il problema ma saranno determinanti nel mitigare i danni e favorire quindi una miglior risposta della Protezione Civile e di tutti i soccoritori che normalmente si attivano in caso di calamità naturali, per quelle sole criticità che si verrebbero comunque a creare.