Fotovoltaico e coltivatori. Scatta la corsa ai fondi

Sono tante le aziende del territorio interessate al bando. E i tempi stringono. Il referente Cia, Giacomo Fiaschi: "Requisiti accessibili, ma rigorosi".

Fotovoltaico e coltivatori. Scatta la corsa ai fondi
Fotovoltaico e coltivatori. Scatta la corsa ai fondi

E’ attivo dal 12 settembre il bando regionale volto a promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati di proprietà delle aziende agricole toscane. Sul piatto c’è un miliardo di euro a disposizione per l’intero Paese che proviene dai fondi del Pnrr. Un solo mese di tempo per fare la richiesta. Il bando si presenta con le caratteristiche dell’occasione, perché il contributo ai vincitori è l’80 per cento della spesa complessiva per gli impianti e a fondo perduto. Inoltre, i parametri richiesti sono meno esclusivi di altri bandi che avevano lo stesso fine: aiutare le aziende agricole a fronteggiare il caro energia facendole diventare anche più sostenibili sotto il profilo ambientale, visto che mettere i pannelli sui tetti dà diritto anche a un contributo per rimuovere e smaltire le coperture in amianto eventualmente ancora presenti.

A essere interessate da questo provvedimento sono, teoricamente, molte realtà produttive del territorio. "Le caratteristiche richieste – spiega Giacomo Falchi, referente della Cia per l’Empolese Valdelsa e la Toscana Centro – sono molto precise e ci vuole un’assistenza specifica, ma in linea generale si può dire che si tratta di una buona misura, perché non è riservata alle aziende grandi, visto che i requisiti di accesso sono bassi". "Si parla di un contatore a 6 kilowatt – aggiunge Falchi – e una bolletta con meno di 3.000 euro di spesa nell’annata precedente, oltre a una superficie dove installare i pannelli non inferiore ai 50 metri quadri". Va considerato, aggiunge Falchi, che i pannelli si possono installare su fabbricati dediti alla produzione quindi anche un agriturismo. I soci Cia che potrebbero avere accesso al bando nella nostra zona vanno dai due ai trecento, ma avere i prerequisiti non è una garanzia di ammissione. "I prerequisiti non sono sufficienti – spiega ancora Falchi – ci vuole preliminarmente un tecnico specializzato che verifichi e dica se si possono fare le installazioni. Ma si tratta di investimenti che in termini di risparmio energetico possono ripagarsi in tempi ragionevolmente brevi, visti anche i costi dell’energia che non accennano a diminuire". Qualcuno ha già sollevato perplessità sul poco tempo a disposizione delle aziende per presentare la domanda. "E’ vero – precisa infine Giacomo Falchi – ma da giugno scorso abbiamo iniziato a mandare la comunicazione ai nostri soci per sapere se erano interessati, perché si sapeva che il bando sarebbe uscito e quindi chilo considerava un’opzione non doveva farsi trovare nella condizione di partire da zero". Il bando è a esaurimento fondi, meglio presentare la domanda il prima possibile.

Francesca Cavini