REDAZIONE EMPOLI

Federico morto nel Tevere Il giudice archivia il caso "Tutto parla di fatalità"

Carnicci aveva 27 anni e stava facendo un’esperienza di vita di strada. La famiglia: "Porteremo il caso alla Corte europea per i diritti dell’uomo".

Federico morto nel Tevere Il giudice archivia il caso "Tutto parla di fatalità"

La famiglia chiedeva nuove indagini e ora annuncia di voler portare il caso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, Angelo Giannetti, ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Dalle circostanze emerse e dalle stessa conformazione dei luoghi, rileva il gip, risulta poco credibile Federico Carnicci, 27 anni, scomparso a Roma il 7 luglio 2015 e restituito cadavere dal Tevere dieci giorni dopo, "sia stato spinto in acqua da terzi, in un punto dove non si toccava, così come non sembra verosimile che sia giunto in acqua in quanto trascinato per molti metri da parte di altri, contro la sua volontà". Tutto questo anche se al tribunale non sfugge che qualcuno, al momento della denuncia di scomparsa, "abbia errato o mentito nell’esporre i fatti alle forze dell’ordine".

Una condotta, "pur biasimevole", che però non "appare aver avuto rilievo decisivo nella ricostruzione dei fatti". Che, come emerge dalla ricostruzione del pubblico ministero, "sono da attribuire ad una fatalità". Al giudice appare bel più credibile l’ipotesi prospettata dal pm, ovvero che il Carnicci stesso, per gli effetti dell’alcol, unito ad un possibile disorientamento per l’utilizzo di un barbiturico, "si sia addentrato spontaneamente nel fiume, senza rendersi conto del relativo pericolo, finendo per perdere il controllo della situazione e non riuscire a tornare indietro". Federico Carnicci faceva l’operaio, aveva 27 anni, e viveva tra Fucecchio e Santa Croce e quando decise, nella primavera del 2015, di andare a Roma a fare un’esperienza di strada con un gruppo di punkabestia. Sarebbe tornato dopo qualche mese. Invece non tornò mai più. Il 27enne scompare. Furono alcuni del gruppo con cui viveva, il mattino dopo, a fare la denuncia di scomparsa. Dieci giorni dopo il fiume restituì il corpo. Dopo una prima indagine finita con l’archiviazione, era stato aperto un secondo fascicolo sull’onda della morte dello studente Beau Solom avvenuta in circostanze analoghe. Il caso Carnicci è rimasto poi aperto per morte a seguito di omissione di soccorso (a carico di ignoti) e, nei mesi scorsi, la procura aveva chiesto ancora all’archiviazione. La famiglia si era opposta con l’avvocato Luigi Fornaciari Chittoni che aveva portato in udienza una mole impotente di investigazioni difensive.

Carlo Baroni