
Si aprono le danze dopo l’ufficializzazione della ricandidatura del governatore uscente Giani. Il Pd territoriale coltiva grandi aspettative dal punto di vista della propria ’presenza’. .
di Bruno Berti
Archiviata la pratica Eugenio Giani, con la ricandidatura a presidente della Toscana dell’attuale titolare della poltrona, il Pd guarda – anche perché le elezioni regionali da noi sono previste per metà ottobre – alla composizione delle liste: il momento in cui la politica riprende, senza se e senza ma, le sue prerogative decisionali. Il riferimento al Pd è d’obbligo, in quanto si tratta del partito di gran lunga più forte a livello della nostra zona. Adesso c’è da stabilire cioè chi si mette nella lista del collegio elettorale di pertinenza. Dalle nostre parti c’è la certezza di avere un eletto perché l’Empolese Valdelsa è uno di questi collegi, e quindi, tanto per capirsi, non c’è da discutere, o litigare, con i fiorentini, che per alcune legislature, quelle iniziali dell’istituto regionale, hanno tenuto empolesi e valdelsani, allora divisi e senza la federazione, fuori dalla scacchiera del potere.
Battaglia facile, perché allora il sistema di voto era diverso. Il compito, per i compagni, era quello di garantire voti al partito. Poi, tra gli ultimi anni del Pci e quello delle successive formazioni politiche, tutto cambiò, anche grazie alla nascita, inizio anni ’90, della federazione, quella che ha sede nella palazzina di via Fabiani. Il digiuno terminò, per la precisione, con l’elezione di Silvano Calugi, nel 1985 (che fu, per uno scorcio di legislatura, anche assessore), qualche settimana dopo il termine del suo quinquennio da sindaco di Empoli.
Poi arrivò il suo successore, Varis Rossi, anche lui dopo il termine dei suoi due mandati a primo cittadino, seguito poi da Vittorio Bugli, pure lui assessore. Infine il quadro si completa con Enrico Sostegni, ex sindaco di Capraia e Limite, che in questa legislatura ha svolto le funzioni di presidente della commissione sanità (a lui si deve una parte importante del lavoro sulla legge per il fine vita) dopo aver fatto parte della commissione sanità nei suoi primi cinque anni.
Come avete visto, si parla sempre di ex sindaci, con una preferenza per gli ex di Empoli, in quanto città più importante della zona, anche dal punto di vista del numero dei consensi. E sembra proprio che pure stavolta ci si orienterà su dirigenti con esperienze nelle amministrazioni pubbliche. I nomi più accreditati per la lista sono quelli dell’ex sindaco di Empoli, Brenda Barnini, e del suo collega certaldese, Giacomo Cucini. I candidati sono quattro, ma visto che si elegge un solo consigliere, i più importanti sono i primi due, quelli che hanno buoni motivi per contare su consensi elevati, anche in termini di molti voti di preferenza sui loro nomi. Naturalmente si tratta di un uomo e di una donna, com’è giusto che sia, e come stabilisce la legge. Gli strateghi di via Fabiani puntano anche oltre.
L’elezione di Barnini sarebbe interessante perché, in caso di passaggio in giunta regionale (cosa che non è soltanto un gioco estivo), subentrerebbe il secondo in lista, che nel caso, se saranno rispettati i piani, dovrebbe essere proprio Cucini. Il vascello di Barnini, una volta eletta, può schiantarsi solo sugli scogli rappresentati dai tanti a cui Eugenio Giani promette un posto in giunta. Si tratta di un caso in cui s’invera l’adagio secondo il quale molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. In più c’è un’altra questione di cui tenere conto: in Toscana, a differenza di altre regioni, un assessore nominato dopo essere stato eletto consigliere non ha la possibilità di rientrare in consiglio, riprendendo la poltrona con cui aveva iniziato, scalsando chi lo aveva sostituito. Forse anche per questo la stabilità della giunta Giani è decisamente alta: di oppositori alle sue decisioni con il pugnale in bocca non se ne sono visti.