
Maura Tedici, dal 1994 responsabile del SerD
Empoli, 28 maggio 2020 - «L’utilizzo di psicofarmaci come droga di strada fra i ragazzi noi non lo abbiamo mai intercettato, anche se va specificato che il Servizio per le dipendenze ‘incontra’ chi ha un problema di dipendenza e ne vuole uscire o le persone inviate qui dalle forze dell’ordine". Una precisazione che Maura Tedici, dal 1994 responsabile del SerD dell’area empolese, ci tiene a fare. Come a dire che, se il consumo non è questione di dipendenza, il fenomeno, può anche esistere e non essere tracciato. Dottoressa, di cosa abusano i ragazzi? "’Canne’ e alcol, poi la cocaina. Di minorenni, in un anno, ne vediamo 5-6 in media: ci vengono mandati di solito in conseguenza di reato dal tribunale dei minori. Cannabis e alcol, per alcuni, sono abitudine quotidiana. Ed è drammaticamente grave". Perché? "L’alcol è responsabile di grandi tragedie, risse, incidenti e tutto ciò che è legato al perdere il controllo. Le ’canne’, che, è bene ribadirlo, sono droghe, determinano nei giovani che ne fanno uso magari da 14-15 anni una caratteristica personalità: inibiscono lo sviluppo di alcune cellule neuronali. Fino ai 21 anni il cervello è in evoluzione: se si comincia a 14 a prendere l’abitudine di farsi le ’canne’, si finisce con avere anche da adulto un personalità quasi adolescenziale, dove trovano spazio molta pigrizia e immaturità. Quindi, quando arrivano da noi anche per l’uso di altre sostanze, provano a smettere e si trovano in un mondo di adulti rispetto ai quali il loro comportamento non è adeguato". Cosa diventa determinante? "L’esempio. Vedere chi rispetta le regole, fa sì che s’imparino". Quali sono le conseguenze dell’assunzione di droghe? "Il punto è che non è più come un tempo che si sceglieva una droga: adesso si usa tutto ciò che si trova, magari anche psicofarmaci, senza valutare conseguenze. Cocaina e alcol sono eccitanti, assunti insieme sono responsabili di malvagità, aggressività. L’eroina viene usata come anestetico emotivo, anche per neutralizzare l’effetto della cocaina. I giovani la fumano magari tutti insieme per ‘ripulirsi’. La percezione del rischio non esiste". Dai racconti dei ragazzi, risultano situazioni di spaccio connesse ai contesti scolastici? "I ragazzi raccontano che a ricreazione si fanno una ’canna’ in bagno, trafficano. E l’abitudine alle droghe è contagiosa. La scuola è ‘pericolosa’, se non riprende in mano il suo ruolo educativo. Non si può accettare che l’uso di droga avvenga nel luogo in cui si va a crescere. Quando vado nelle scuole io dico sempre: siamo responsabili anche noi se non si fa qualcosa perché la scuola torni a essere un luogo sacro. Con la famiglia, è protettrice del futuro dei ragazzi". © RIPRODUZIONE RISERVATA