
Il direttore generale dell’azienda sanitaria Paolo Morello Marchese
Montelupo Fiorentino, 24 gennaio 2019 - Una febbre altissima, il ricovero, poi la tac e una prima diagnosi che stronca: "Quella macchia scura potrebbe essere un tumore". La vicenda di Pietro Sarchielli, conosciuto da tutti come ‘Sarchiello’ a Montelupo dove ha una macelleria in centro storico, fortunatamente ha avuto un esito positivo. Ma l’errore nella ‘sentenza’ pronunciata inizialmente dai medici dell’ospedale San Giuseppe di Empoli ha lasciato la famiglia del 73enne in preda alla disperazione per due settimane. Il ricovero ospedaliero durato quasi un mese lasciava presagire il peggio. E invece nel corso di una gastroscopia, salta fuori uno stecchino da denti.
Non è fantascienza, la storia è accaduta davvero poco prima di Natale e a raccontarla è proprio Sarchielli che si trova ancora in convalescenza, a casa, per il recupero completo delle forze. "Il campanello d’allarme è stata una febbre a 39,5 – racconta l’anziano ancora provato – Non passava mai. Mai stato così male. Avevo paura per il cuore". Dopo l’assunzione dell’analgesico con scarsi risultati la decisione di andare al pronto soccorso. "In ospedale mi hanno visitato e rimandato a casa. Non c’era niente che facesse preoccupare".
Tornato a casa però la febbre sale di nuovo e Sarchielli torna in ospedale. "Era la settimana prima di Natale – ricorda –. e nessuno riusciva a capire cosa stesse succedendo. Loro erano in difficoltà, io e mio figlio in ansia". Viene ripetuta la tac con mezzo di contrasto e per i medici è la conferma: quella macchia all’altezza dello stomaco c’è. Il quadro clinico però continua a non essere chiaro, non sono presenti marcatori tumorali nel sangue. L’angoscia aumenta.
"Mio figlio Saverio veniva tutti i giorni a trovarmi, era preoccupato anche se non mi raccontava niente di quello che gli dicevano i medici". I giorni in ospedale passano, a letto, in attesa di una diagnosi precisa che arriva con la gastroscopia. Tutti si aspettano qualcosa di serio, ma si scopre che a bucare lo stomaco è uno stecchino da denti, uscito a sorpresa con la sonda al termine dell’esame.
"Bastavano altri 10 giorni e sarei morto. E’ andata bene. Ci penso e ci ripenso – dice Sarchielli – ma ancora resta un mistero come sia riuscito a ingerirle lo stecchino». Inutile dire che in casa Sarchielli oggi si piange dalla contentezza. «In bottega mi hanno abbracciato e accolto in tantissimi, tutti lì per ridere e salutarmi. E ribattezzarmi Johnny Stecchino. Da oggi ho un secondo soprannome".
Dopo più di un mese di incertezze e paure, Pietro Sarchielli può tornare a scherzare e festeggiare: "Non appena mi sarò ripreso tornerò dalle infermiere di reparto con prosecco e pasticcini, gliel’ho promesso. Sono state amorevoli".