ELISA CAPOBIANCO
Cronaca

Deportato e morto nel lager a 40 anni. I figli di Rolla vincono in tribunale: "Volevamo giustizia per tutto il dolore"

Il ceramista Arrostiti fu prelevato da Montelupo nella “notte dell’odio“: con lui anche Carlo Castellani

Rolla Arrostiti, montelupino trapiantato a Fucecchio, era ceramista a Signa

Rolla Arrostiti, montelupino trapiantato a Fucecchio, era ceramista a Signa

di Elisa CapobiancoSette marzo 1944. Dopo gli imponenti scioperi in piazza al grido di “Pane, lavoro, pace e libertà”, Hitler chiese un’azione esemplare per punire un paese che aveva osato ribellarsi al regime. Il rastrellamento dei civili inermi fu organizzato nella notte. A Montelupo Fiorentino girava una lista con trenta nomi. In ventitré furono portati via con l’inganno dai quadri fascisti – accompagnati di porta in porta dalla guardia nazionale repubblicana, dalla guardia comunale e dai regi carabinieri – per poi essere trasferiti nei campi di concentramento come "oppositori politici". Solo in cinque riuscirono a sopravvivere e a rimpatriare dopo aver visto l’inferno.

Rolla Arrostiti, montelupino trapiantato a Fucecchio, aveva 40 anni e lavorava come ceramista a Signa. Nel gruppo ’catturato’ in quelle ore c’era anche il bomber dell’Empoli Carlo Castellani. "Quella notte non doveva essere lì – raccontano le nipoti Monica e Michela Palmieri –. Si era fermato dalle sorelle dopo il lavoro perché era stanco. Quando lo deportarono nostra madre Maria aveva solo due anni, suo fratello ovvero nostro zio Franco 11: si ricorda ancora del buio e della speranza di rivedere il babbo che si è persa mese dopo mese, fino alla notizia della morte avvenuta a marzo 1945 nel lager di Mauthausen. Quella della nostra famiglia è stata una vita segnata da un dolore inconsolabile e dal silenzio che al tempo in paese e a scuola offuscava quanto accaduto...".

Ottantuno anni dopo una sentenza che non riempirà di certo il vuoto lasciato, ma che sa di giustizia. Finalmente. Il Tribunale di Firenze ieri ha riconosciuto a ciascuno dei figli di Rolla (assistiti nel processo dall’avvocato Diego Cremona) il risarcimento per i danni morali patiti per la perdita del genitore, quantificandoli in circa 400mila euro. "Una vittoria morale – dicono all’unisono le nipoti – perché mamma e zio potrebbero non fare neppure in tempo a vedere quei soldi, se dovessero effettivamente arrivare dallo Stato. La sentenza è importante, in realtà, perché risveglia la memoria collettiva di una storia per troppo tempo dimenticata. Ce l’abbiamo fatta e per questo ringraziamo l’avvocato Cremona e il senatore Dario Parrini per l’impegno profuso. Non abbiamo una tomba sulla quale piangere il nonno. Questo riconoscimento però ci ha fatto risentire la sua presenza".