Deportati nei lager, il Comune vuol fare causa alla Germania

La giunta di Montelupo Fiorentino vuole costituirsi parte civile. Obiettivo: risarcire la comunità di una ferita ancora aperta dal marzo 1944

Un momento di una partecipata giornata della Memoria (foto di archivio)

Un momento di una partecipata giornata della Memoria (foto di archivio)

Montelupo Fiorentino (Firenze), 25 maggio 2023 - Nel marzo del 1944 trenta cittadini maschi di Montelupo, civili incolpevoli visto che in città non erano presenti operai che avevano scioperato contro la guerra come successo in altre realtà italiane, vennero deportati nei lager nazisti in Austria, da dove solo cinque persone riuscirono a tornare a casa. Dal maggio al luglio del 1944 si susseguirono poi ulteriori deportazioni, che non portarono a uccisioni ma solo alla detenzione in luoghi di lavori forzati del Terzo Reich di altri ventiquattro uomini, portando quindi il totale dei montelupini deportati a quarantacinque. Una ferita civile e sociale, che oggi, a distanza di 79 anni, non risulta ancora risarcita. Per questo la giunta ha deliberato di incaricare un legale per valutare la possibilità di chiamare in causa la Repubblica federale di Germania e il Mef per i danni non patrimoniali subiti in conseguenza alla deportazione nei lager di quarantacinque cittadini privi di colpa alcuna. L’amministrazione comunale intende costituirsi parte civile al fine di risarcire la comunità di Montelupo. Nello stesso contesto l’assessore alla memoria, Lorenzo Nesi, sta coordinando e supportando i familiari delle vittime sulle azioni da intraprendere per accedere ad eventuali ristori. Si tratta di un’azione che intende ribadire il grave danno subito dalla comunità di Montelupo all’indomani della deportazione. Proporzionalmente alla popolazione, il numero dei deportati politici da Montelupo Fiorentino nel marzo del 1944 fu davvero importante rispetto ai centri più grandi tanto da incidere sull’intera trama sociale del paese.

I simboli di tale ferita si possono leggere nei numerosi cippi, monumenti, lapidi presenti sul territorio oltreché nella toponomastica cittadina. Nel 2021 inoltre sono state poste sul territorio diciassette pietre di inciampo: sedici per i propri deportati assassinati nei lager, e una diciassettesima per Angelo Scardigli, vetraio montelupino deportato da Lecco, dove era scappato a causa delle continue persecuzioni nazifasciste tanto alla sua persona quanto alla sua famiglia.

"L’Amministrazione si schiera con determinazione a fianco dei familiari dei deportati chiedendo giustizia per questi fatti che, ottanta anni fa, cambiarono il destino di decine di civili innocenti e delle loro famiglie – afferma l’assessore alla memoria, Lorenzo Nesi – incidendo pesantemente sul tessuto sociale di Montelupo. Tengo a ringraziare l’onorevole Dario Parrini che tanto si è impegnato in Parlamento per offrire ai familiari un tempo congruo per presentare le richieste danni".