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Dagli idrometri agli argini. Più le casse di laminazione. Così la Pesa ha retto l’urto

Il picco della piena arginato grazie ai manufatti costruiti negli ultimi anni. Nesi: "Gli strumenti di misurazione sono fondamentali per la prevenzione".

Dagli idrometri agli argini. Più le casse di laminazione. Così la Pesa ha retto l’urto

In un contesto generale quanto mai drammatico, il bacino della Pesa, contraddistinto sino a pochi giorni fa da perdurante siccità, ha retto bene. C’è stato il picco di piena preoccupante, ma hanno funzionato a dovere i manufatti costruiti in questi anni (anche dal 2021 a oggi) lungo la vallata (argini, casse di laminazione). Soprattutto, negli ultimi giorni è stato operativo il sistema degli idrometri completato appena alla fine dello scorso giugno: uno è piazzato fra alta valle e media valle a Sambuca, l’altro alle porte di Montelupo, altezza Turbone.

"Hanno consentito di calcolare velocità e portata della piena, e quindi potranno permettere anche azioni di prevenzione immediate su persone o cose", ha affermato l’assessore Lorenzo Nesi. Che sta seguendo passo dopo passo l’emergenza. "Gli idrometri - ha aggiunto - sono un bel risultato del Contratto di Fiume. Piuttosto, abbiamo avuto qualche problema con il reticolo minore, i piccoli torrenti, e abbiamo dovuto fare degli interventi". La Pesa usciva da un lungo periodo di grave siccità, poi alleviata dai primi forti temporali di ottobre sulle vallate del Virginio e del Turbone. Da ultimo, tuttavia, intense piogge si sono concentrate in alta valle, tra i monti San Michele, Querciabella e Radda (nel Senese), e hanno determinato una notevole piena che però non ha provocato i danni che altrove qui vicino si sono purtroppo visti.

I manufatti sono stati comunque utili, realizzati dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e dalla Regione (e una cassa da Metrocittà insieme alla variante alla Sp 12 a San Vincenzo a Torri). Il livello di attenzione tuttavia rimane altissimo. In alta Pesa, le cosiddette ‘bombe’ d’acqua sono molto più frequenti, e avere un sistema di monitoraggio in tempo reale delle ondate di piena è cosa quanto mai preziosa.

Montelupo lo sa: nel 1992, nel ’93 e in altre occasioni più recenti, masse d’acqua provenienti da lontano, alta valle, hanno provocato gravi allagamenti. Nel ’92 una vera e propria alluvione, con grosse difficoltà nella frazione di Turbone. Situazione limite anche nel novembre del 2000. Nel novembre 2019, Montelupo venne salvata dalle casse d’espansione costruite a Turbone.

Andrea Ciappi