
Cremona: "Fermana, possiamo farcela"
"Cremona non perdona": quando la Duomo dedica un coro, non lo fa mai a caso. Luca Cremona è arrivato a Fermo nel 2015, due anni prima che diventasse un eroe per i gialloblù. Con quel rigore segnato contro il Matelica, ha consegnato un pezzo enorme di Serie C alla Fermana. Lombardo doc, ma a Fermo ha trovato una seconda casa. Prima da giocatore, con oltre 120 presenze, e poi ci ha fondato la sua seconda vita dopo il campo. Il suo nuovo inizio con la Fermana era iniziato nel luglio del 2021, dopo il ritiro. Prima nell’Area Scouting, poi da Team Manager. Però ha sempre guardato al ruolo di direttore sportivo con degli occhi speciali. E da poco più di una settimana, anche lui può essere chiamato "dire". Da qualche giorno ha superato l’esame per diventare ds. Raccontaci questa esperienza. "Innanzitutto, ringrazio l’Associazione Italiana Calciatori e l’Adise per l’opportunità. Gli insegnanti erano proprio i direttori: Camolese, Angelozzi, Marino ecc... Doveva esserci anche Walter Sabatini ma doveva firmare con la Salernitana (ride, ndr). Sono un novizio sotto questo aspetto quindi tutte le lezioni mi hanno lasciato qualcosa".
Esame da direttore sportivo che si è svolto nella cornice di Coverciano.
"Ci ero già andato per una convocazione con la Nazionale ed è cambiato parecchio. Una grande emozione. Quella mattina ho anche incontrato Spalletti".
Nel suo stesso turno d’esame c’era anche un certo Buffon. "Aveva fatto un leggero ritardo, ma lui se lo può permettere (ride, ndr). Caciarone e molto disponibile, se in 50 gli avessero chiesto una foto se le sarebbe fatte".
A Fermo nel ruolo di ds ha avuto un esempio importante come quello di Andreatini. Che insegnamenti sta ricevendo da lui?
"Ormai è il secondo anno che lo vedo da dietro la scrivania dopo averlo vissuto in campo. Dà sempre qualche consiglio. Mi ha insegnato a essere diretto e saper gestire le situazioni. Un’altra lezione è quella di essere distaccati, di non agire solo di pancia e cuore, ma usando molto il cervello. Io per natura sono molto istintivo, come quando ero in campo. Lì fino a un certo punto va bene, fuori no. Il ds è un ruolo importante, hai un potere immenso".
Cosa vede nel suo futuro? "Continuo a fare quello che sto facendo adesso. Sono focalizzato solo sulla Fermana. In questa situazione tutti devono fare il proprio meglio nel ruolo che ricoprono. Sono voglioso di lavorare e di conoscere i tanti aspetti del ds perché che ho ancora molto da imparare. Per esempio, io all’ultimo giorno di calciomercato in 20 anni di carriera non sono mai andato. Ora arrivarci da direttore sarebbe una bella soddisfazione. Ma non saprei neanche dove si entra (ride, ndr)".
Cosa serve a questa Fermana per mantenere la categoria? "Vedo i ragazzi tutti i giorni e ci mettono tutta quella fame che serve per portare a casa la prestazione e i punti. Nel calcio nulla è scritto, ma bisogna dare tutto, come hanno fatto. Devono battere il ferro, continuare così e riuscire a portare i risultati dalla nostra parte. I nuovi hanno portato delle scelte diverse e stanno lavorando bene. Dobbiamo stare uniti, dallo staff fino alla tifoseria. Poi sarà il Dio del calcio a decidere il nostro destino".
Filippo Rocchi