Covid, contagi e ricoveri in aumento ’Bolle’ nei reparti dell’ospedale per gestire i pazienti positivi

Al San Giuseppe 28 letti occupati da persone con Coronavirus, di cui una in terapia intensiva . Periti: "La circolazione del virus è sottostimata perché molti hanno smesso di farsi il tampone".

Covid, contagi e ricoveri in aumento ’Bolle’ nei reparti dell’ospedale  per gestire i pazienti positivi

Covid, contagi e ricoveri in aumento ’Bolle’ nei reparti dell’ospedale per gestire i pazienti positivi

di Irene Puccioni

La risalita dei contagi Covid mette di nuovo in allerta gli ospedali. Anche se non ha più la virulenza di inizio pandemia, può comunque rappresentare un rischio soprattutto per le persone fragili e gli anziani. E sono proprio queste due categorie che, talvolta, necessitano di ricovero ospedaliero. I numeri, per fortuna, sono ancora contenuti e non richiedono la riapertura di reparti dedicati. Per la gestione dei pazienti positivi vengono create le cosiddette “bolle“ all’interno degli stessi reparti di degenza. Ad ieri, al San Giuseppe di Empoli, erano 28 i pazienti Covid ricoverati, di cui uno in terapia intensiva e un altro in sub intensiva (entrato in ospedale per altra patologia, poi risultato positivo). Il dato empolese rispecchia l’andamento regionale: sono 600 i ricoverati negli ospedali di tutta la Toscana, di cui 574 nelle aree Covid e 26 in terapia intensiva. A Careggi i ricoverati per Covid attualmente sono 68, all’ospedale di Livorno 33, e lo stesso numero in quello di Prato, mentre ad Arezzo sono 13, 83 a Cisanello e 24 a Le Scotte di Siena.

Il Covid è tra i virus che continuano a circolare e di cui, cadute tutte le misure restrittive e l’obbligo del tampone, non si hanno più dati precisi. "La circolazione del Covid è sottostimata – spiega il dottor Iacopo Periti, medico di base a Empoli e vice segretario regionale della Federazione italiana medici di medicina generale – Molte persone che accusano sintomi compatibili con l’infezione non si fanno il tampone. Aspettano che faccia il suo corso usando certe accortezze come l’uso della mascherina nei luoghi chiusi. Il Covid, sebbene non crei più problemi come all’inizio della pandemia, rappresenta comunque un potenziale rischio per certe categorie di persone. Pertanto ai soggetti giovani e sani lascio la scelta se vaccinarsi o meno, ma agli over 80 e alle persone con patologie lo consiglio fortemente".

L’altro ’spauracchio’ delle feste è il virus dell’influenza. Durante il ponte dell’Immacolata si è avuto il primo ’assaggio’. "Ma nella maggior parte dei casi non si tratta di influenza vera e propria – precisa il dottor Periti – I pazienti riferiscono sintomi febbrili associati a gastroenterite e mal di gola che fanno pensare più a un’infezione da rotavirus o streptococco. Il picco influenzale deve ancora arrivare – dice l’esperto – E’ previsto tra fine dicembre e inizio gennaio, ecco perché sarebbe importante, per chi ancora non lo avesse fatto, vaccinarsi". Febbre alta, dolori muscolari e tosse fra un mese potrebbero mettere a letto decine di empolesi. "Nel nostro ambulatorio facciamo circa cinquanta vaccinazione al giorno e continueremo con questo ritmo per altre due settimane".