
EMPOLI
Alle 10.30 del mattino, le vetrine dei bar dei circoli sono ancora piene di pastine per la colazione. Il decreto riaperture e il ritorno della zona gialla con regole più soft, permette a bar e ristoranti di riaprire. Entrando all’interno dei circoli empolesi, l’atmosfera appare subito diversa da quella a cui siamo abituati: niente più persone sedute al tavolino a fare colazione con cornetto e cappuccino, niente partite a carte, nessuno seduto a leggere il giornale. Solo il barista prende un caffè, che deve però necessariamente consumare fuori dal locale.
"Sicuramente la differenza rispetto a prima dell’inizio della pandemia si nota - spiega Mirco Salvadori, gestore del Circolo Arci delle Cascine di Empoli - I circoli sono da sempre un punto di riferimento, un ritrovo per la comunità. Ovviamente i clienti abituali, che sono abituati a vivere il circolo, continuano a venire, per prendere un caffè e fare colazione, però non è lo stesso".
L’obbligo di dover far accomodare i clienti all’esterno è sicuramente limitante. Anche se in zona gialla non si potrà consumare al banco nei bar e nei locali. Niente caffè veloce né aperitivo al chiuso. "In giornate come queste in cui piove e fa freddo, come faccio a chiedere di accomodarsi all’esterno? Per noi è una bella perdita. Soprattutto l’obbligo per il pranzo all’esterno è limitante. Avevamo una buona affluenza di persone che venivano a mangiare qui, per non parlare del weekend. Il venerdì che facevamo tutto a base di pesce avevamo il locale pieno" continua Salvadori. Sono in molti, tra frequentatori di bar e ristoranti e gestori, a pensare che le nuove disposizioni non solo siano incoerenti, ma non sufficienti a permettere di lavorare finalmente in serenità.
"Dopo settimane e settimane di stop siamo più che contenti di ricominciare a lavorare - prosegue Mirco Salvadori - però la clientela è sicuramente diminuita. Per poter continuare con i servizi che offrivamo prima, potrebbero permetterci di far accomodare i clienti anche all’interno, visto l’ampio spazio di cui disponiamo, magari riducendo il numero di persone da ospitare e mantenendo le giuste distanze di sicurezza".
Della stessa idea è Andrea Costa, gestore del circolo Arci di Santa Maria: "Noi possiamo ritenerci fortunati. Abbiamo tanto spazio all’esterno. Però non tutti i circoli e non tutti i bar hanno questa opportunità. Credo che sia giusto dar modo di lavorare a tutti. Una soluzione potrebbe essere quella di calcolare per ogni tot di metri quadri un tot di persone, in modo da offrire la possibilità di far accomodare i clienti anche all’interno".
Sicuramente la ripartenza ha messo di fronte nuovi problemi e nuove criticità da affrontare. I circoli oltre ad essere un punto di ritrovo, soprattutto all’interno delle frazioni, costituivano anche una fucina di eventi.
"Già la prossima settimana daremo il via ai lavori di ristrutturazione per l’area esterna. Cerchiamo di creare un bar all’aperto, pensato per la bella stagione e le giornate estive. Nell’altra area esterna che abbiamo vogliamo installare un palco così da ospitare artisti emergenti e fare un pò di musica dal vivo - dice Costa - Per il momento la clientela è aumentata di circa il 2030%. Però è ancora presto per tirare le somme. La voglia di lavorare, di riaccogliere i clienti, di fare eventi però è tanta".
Costanza Ciappi