REDAZIONE EMPOLI

Clima pazzo, cinghiali e pure il virus "Così la vendemmia rischia grosso"

Volumi in calo del 40 per cento. Orlandini (Cia) mette in guardia: "Certaldo e Sciano aree più colpite"

Vino di qualità, ma volumi in calo anche del 40 per cento rispetto alla media a causa del clima pazzo. Sul peso dei grappoli e sul loro numero quest’anno hanno inciso molto la gelata primaverile e le calde temperature estive. Come se non bastasse produttori di vino e agricoltori devono fare i conti anche con l’invasione degli ungulati, cinghiali e caprioli, che fanno strage di raccolti. Altro capitolo in tema vendemmia è il reclutamento di manodopera, ostacolato dalla troppa burocrazia. Sandro Orlandini presidente di Cia Toscana Centro mette in evidenza tutti i nodi della raccolta dell’uva 2021.

Dai capricci del meteo, l’Empolese Valdelsa come ne è uscito?

"Non bene. L’area più colpita, dove abbiamo ricevuto segnalazioni di danni maggiori a causa della gelata primaverile, è quella di Sciano a Certaldo. La concentrazione del danno è principalmente nel fondo valle, fino a circa cento metri di altitudine".

Gli ungulati rappresentano l’altra piaga.

"Il problema degli ungulati e animali selvatici non è certo una novità, ma negli ultimi anni oltre all’emergenza cinghiali, dobbiamo fare sempre più i conti con il proliferare di caprioli. Quest’anno, a causa di mesi con assenza di piogge, questi animali si sono dissetati mangiando gli acini. In alcune zone i grappoli sono stati attaccati anche dagli uccelli. Alla fine stimiamo una perdita di raccolto che va dal 30 al 40 per cento in base alle zone".

Gli imprenditori agricoli lamentano anche la difficoltà nel reperire manodopera sicura e la troppa burocrazia legata ai contratti stagionali. Quali sono i principali problemi da risolvere?

"La cosiddetta prestazione occasionale, che nel 2017 ha preso il posto dei più semplici voucher che consentivano alle aziende agricole di reperire manodopera in tempi brevi, non è assolutamente efficace. Andrebbe rinnovata ogni tre giorni e di fatto non la utilizza praticamente nessuno. Come Cia, abbiamo chiesto uno snellimento dell’attuale impianto del lavoro accessorio con l’obiettivo di permettere alle aziende agricole di reperire manodopera facilmente e velocemente, come avveniva in passato attraverso il voucher, in particolare per fronteggiare situazioni emergenziali. I vecchi voucher cartacei erano lo strumento più fruibile per imprese e lavoratori".

Davanti alla necessità di manodopera a chi ci si rivolge?

"Spesso a squadre esterne, composte prevalentemente da cittadini stranieri. Ma in questo caso le aziende devo stare molto attente rispetto alla regolarità dei lavoratori. Molti vengono dall’estero e alla verifica dei documenti personali si aggiunge anche la certificazione dell’aspetto sanitario a causa della pandemia da Covid".

Irene Puccioni