L’agenda delle prenotazioni non è piena come in era pre-Covid, ma i segnali di ripresa ci sono tutti. A Certaldo Alto, una delle location per matrimoni e unioni civili del territorio più richieste da coppie di sposi straniere e italiane, sono tornati emozioni, baci e fiori di arancio. Sono già cinque i matrimoni celebrati nel 2021 e per i prossimi mesi sono già stati messi in calendario altri 43 riti, di cui 18 di coppie straniere.
A fronte delle 31 nozze celebrate in tutto il 2020, con questi primi numeri si guarda al futuro con speranza e fiducia. "Il valore di Certaldo come location per matrimoni di coppie italiane ma anche di stranieri in realtà non è mai stato messo in discussione, neppure in questi mesi di Covid19 e grandi incertezze – spiega Clara Conforti, assessore alla cultura - Palazzo Pretorio e la chiesa sconsacrata intitolata ai santi Tommaso e Prospero, parte dello stesso complesso museale, sono le location più richieste da chi sceglie il nostro territorio. C’è l’opportunità di sposarsi all’aperto e al chiuso in un contesto sicuro e di grande prestigio storico: una doppia opzione che a nostro avviso è assai apprezzata da chi sceglie di programmare il suo matrimonio nel nostro territorio".
Chi non se l’è sentita di scambiarsi in fatidico ‘sì’ nel primo anno di pandemia per ovvie ragioni, ha scelto comunque di celebrarlo al borgo del Boccaccio. Quindi data rinviata ma la location non si tocca. "Nel 2021 i matrimoni annullati sono nove rispetto a un monte prenotazioni pari a 52 – prosegue Conforti -. Principalmente chi ha annullato arrivava da fuori Italia. Detto questo, questi numeri non sono quelli del pre-Covid, ma c’è un segnale importante da non trascurare ovvero le richieste che arrivano ai nostri uffici, in particolare in queste ultime settimane. L’auspicio è che si torni presto a poter ospitare tante coppie, anche straniere, nel rispetto delle norme legate al rischio contagio. Questo significherebbe un’opportunità di ripresa per un settore, il wedding costretto, come tanti altri settori, da questi mesi di emergenza sanitaria a stare fermo, con risvolti economici e occupazionali non indifferenti e dunque alle prese con una situazione di forte crisi".
I.P.