Cannabis e assistenza sessuale: "I temi tabù di cui occuparsi"

Cannabis e assistenza sessuale: "I temi  tabù  di cui occuparsi"
Cannabis e assistenza sessuale: "I temi tabù di cui occuparsi"

EMPOLI

Temi ’scomodi’, poco trattati nei dibattici pubblici perché tanti sono ancora i pregiudizi, i retaggi culturali o perché, semplicemente, sono d’interesse di pochi. Ad Avane invece sono stati messi al centro della discussione. Attraverso testimonianze dirette, contributi di esperti, si è parlato di cannabis terapeutica, di assistenza sessuale, ma anche di disfagia (difficoltà a deglutire), del Dopo di noi e dei percorsi Pass. Su quest’ultimo tema è intervenuta l’equipe del Dama dell’ospedale di Empoli, il primo modello di presa in carico di pazienti con disabilità fisiche e intellettive a nascere in Toscana. I familiari di Michele, un giovane affetto da una forma grave di autismo, hanno raccontato come il percorso presente al San Giuseppe funzioni e sia diventato per loro un punto di riferimento. "Abbiamo iniziato nel 2015 con sette pazienti, ad oggi abbiamo visto oltre 400 persone", ha detto il direttore, David Colella. Claudia, invece, ha parlato della sua patologia "diagnosticata tardi perché i medici pensavano fosse un problema psicologico". Ha difficoltà a deglutire certi tipi di cibo. "Una disabilità che compromette la quotidianità perché ti impedisce di goderti un pranzo o una cena con gli amici. Non è facile – ha spiegato – trovare luoghi dove preparano cibi per noi disfalgici. Al supermercato non si trovano prodotti specifici e a differenze dei celiaci noi non abbiamo dei bonus per la spesa". Sulla cannabis terapeutica sono intervenuti la portavoce dell’associazione “Meglio Legale“, il segretario nazionale “Forum Droghe“ Leonardo Fiorentini e la deputata Pd Antonella Fiorattini. "Sulla carta sono state fatte tante conquiste – hanno detto – Ma c’è ancora un grande tabù. Dal 2007 si può prescrivere la cannabis per uso terapeutico ma il primo scoglio è trovare un medico prescrittore". Con Maximiliano Ulivieri è stato fatto il punto sul diritto all’affettività e sessualità delle persone disabili. "Lo Stato non ti deve portare la fidanzata o il fidanzato a casa ma si deve attivare per abbattere tutte quelle barriere fisiche e psicologiche che impediscono di esercitare il diritto alla felicità". Del Dopo di noi hanno parlato Livia Turco e Marco Rasconi. "La legge c’è ma trova difficoltà ad essere applicata. Ci sono realtà in cui ci sono più possibilità che in altre. L’obiettivo è avere pari opportunitài ndipendentemente da dove da dove uno nasce o risiede".