Bucci, studioso e archivista, racconta don Milani

Giulio Cesare Bucci, nel docufilm "Don Milani Domani", racconta come don Lorenzo insegnasse a Montespertoli e come si impegnò durante l'occupazione tedesca. Bucci ricorda l'incontro con don Milani da bambino e le testimonianze dei ragazzi che facevano lezione nella villa.

Bucci, studioso e archivista, racconta don Milani

Bucci, studioso e archivista, racconta don Milani

Giulio Cesare Bucci ha partecipato al nuovo docufilm "Don Milani Domani" realizzato per il centenario dalla nascita lo scorso anno, per raccontare di come don Lorenzo insegnasse già a Montespertoli, nella villa dove soggiornava d’estate. Lorenzo proveniva da una famiglia di grande cultura dove era normale parlare francese, inglese e tedesco e "quest’ultima lingua – racconta lo studioso – gli fu utile quando ci fu l’occupazione di Gigliola da parte delle truppe tedesche da aprile a luglio 1944". "Fece da interprete con i tedeschi, con gli inglesi – continua Bucci – per difendere il pievano Vincenzo Viviani, gli abitanti e le sue proprietà".

Lei, ha conosciuto don Milani?

"L’ho visto quando avevo cinque anni, mi colpì la sua altezza. Ero in chiesa, a Montespertoli dove lui era cappellano, con la mia mamma e il mio fratellino, Sergio, e si andò nell’orto del prete. Lui ci vide e stette in silenzio, poi si rivolse alla nostra mamma che ci cercava: ’Non si preoccupi, i bimbi sono nell’orto a giocare’. La seconda volta l’ho incontrato a Firenze in seminario, nel 1959, quando arrivò con i suoi ragazzi di Barbiana e si fermarono a mangiare. Aveva i sandali. Viveva da povero".

Cosa le hanno raccontato di don Lorenzo i ragazzi che facevano lezione in villa?

"Che era un uomo colto, intelligente, e che li trattava con rispetto e bontà. Ci teneva tanto che imparassero a cavarsela nel mondo e a migliorare la propria condizione sociale, svantaggiata".