REDAZIONE EMPOLI

Bracconieri in azione: "Spari a tutte le ore"

Preoccupazione per il Padule, l’associazione ora lancia l’allarme. Secondo le accuse il divieto di caccia non verrebbe rispettato.

associazione ’Amici del Padule e della biodiversità’ lancia l’allarme

associazione ’Amici del Padule e della biodiversità’ lancia l’allarme

Troppi pochi i controlli e il bracconaggio, anche con richiami elettronici illegali, dilaga nel Padule di Fucecchio, con le ghiacciate degli specchi d’acqua che mettono ancora più in difficoltà gli animali. È un inizio anno di denuncia quello avviato dall’associazione ’Amici del Padule e della biodiversità’ che informano sulle attuali condizioni di sopravvivenza delle varie specie in questi giorni di freddo intenso. "Nei giorni scorsi temperatura basse e assenza di vento – fanno sapere gli Amici del Padule – hanno provocato estese gelate nelle zone pianeggianti. Nel Padule di Fucecchio sono ghiacciate le zone allagate e perfino alcuni canali con acque ferme. In questa situazione le migliaia di uccelli acquatici che stanno svernando nel Padule si trovano in grossa difficoltà perché non riescono a alimentarsi. Per questo motivo, in questi casi, vige il divieto di caccia in presenza, anche parziale, di ghiaccio".

Secondo i dati dell’associazione infatti il 90% della superficie della zona umida del Padule ospita centinaia di cacciatori. Troppi, per poter rispettare gli equilibri naturali, secondo i volontari. "Ci dispiace constatare che il divieto – proseguono gli Amici – non è stato rispettato da molti cacciatori. Le numerose auto presenti ai porti di imbarco verso i capanni da caccia e i numerosi spari hanno certificato un’alta percentuale di cacciatori che non sono stati alle regole. È stato segnalato anche l’uso di richiami elettronici di canti di uccelli, pratica vietata e punita penalmente. Questo anche a causa dell’oramai cronica mancanza di controlli, dovuti anche al poco personale, che non dispone nemmeno di mezzi natanti adeguati".

Poi l’appello al fine di tutelare le specie migratorie ma anche il turismo. "Crediamo che una zona umida di così elevato valore naturalistico non possa ospitare sul 90% della sua superficie centinaia di cacciatori da appostamento fisso e a caccia vagante, con comportamenti che frequentemente sfociano nel bracconaggio. Per questo rinnoveremo le nostre istanze a Regione e Ministero per una maggiore tutela dell’area. Torneremo anche a chiedere alle stesse istituzioni il distaccamento di altro personale per attività di controllo e la dotazione di mezzi adeguati. Tutto questo nell’interesse di tutti i cittadini, compresi quei cacciatori che rispettano le leggi".

Arianna Fisicaro