Bersani e Mantellassi, la carica Pd: "Dobbiamo fermare la destra"

L’ex segretario sul palco del Dem festival: "Il campo progressista e di sinistra non può disperdersi. Ma il partito sia più chiaro su certe posizioni. A essere troppo liquidi ci facciamo una bevuta e addio".

Bersani e Mantellassi, la carica Pd: "Dobbiamo fermare la destra"

Bersani e Mantellassi, la carica Pd: "Dobbiamo fermare la destra"

Nel 2012 Pier Luigi Bersani chiuse la sua campagna delle primarie al palazzetto delle Esposizioni di Empoli, ad accoglierlo c’era anche Alessio Mantellassi, allora segretario dei Giovani Democratici locali che gli regalò una maglietta con una frase iconica: "Siam mica qui a smacchiare i giaguari". Dodici anni dopo Mantellassi ha accolto nuovamente a Empoli l’ex segretario del Pd, vestendo però i panni del candidato sindaco che vuole ‘smacchiare’ la destra. Venerdì sera Bersani ha aperto il DemFest al Palazzetto delle Esposizioni di Empoli con l’iniziativa "Ieri, oggi e domani. Generazioni a confronto" con Mantellassi ed Elisa Capobianco, caposervizio de La Nazione di Empoli. Tanti i temi toccati, con Bersani a fare da ponte tra ieri, l’oggi e il domani della sinistra italiana. Un piede nel passato, ma lo sguardo "preoccupato" rivolto al futuro: "C’è una destra-destra che vuole una rivincita, vuole creare una cesura costituzionale", dice Bersani che con una delle sue metafore ammonisce: "La mucca nel corridoio l’abbiamo vista, ma ora serve capire che mucca sia, comprenderne la pericolosità".

La convinzione di una "cesura" con l’anima antifascista della Costituzione spinge Bersani verso il "campo largo": "Per fare un accordo Pd-M5S bisogna volerlo. Siamo diversi, ma nelle loro piazze c’è anche la nostra gente. I loro elettori vogliono l’alleanza con il Pd. Non ha senso pensare che è meglio marciare divisi e colpire uniti". Insomma, è un "serrate le file" quello di Bersani, a partire dalle prossime amministrative: "Negli enti locali sono nati gli asili o la sanità pubblica. La civilizzazione del paese è sempre passata dai Comuni, se si radica qui la destra c’è un arretramento di civiltà". Bisogna far capire alla destra che "si cade sul duro", dice Bersani, e per Mantellassi il "duro", l’8-9 giugno a Empoli, la destra lo troverà: "Non è vero che non esiste più destra e sinistra. Siamo per la sanità pubblica, l’eguaglianza sociale e un’istruzione egualitaria, loro no. Il campo progressista e di sinistra non può disperdersi. Non è il tempo di farci le analisi del sangue per vedere quale particella ci differenzia, uniamo le forze contro questa destra e vinciamo al primo turno". Si è parlato anche di lavoro, "dobbiamo disboscare il precariato, ci sono 6 milioni di lavoratori con 11mila euro lordi l‘anno" ricorda Bersani e di un Europa da cambiare, che "ha ‘messo insieme’ i bilanci, ma non le cose che ci identificavano, come il welfare universalistico e la pace".

Al centro anche i giovani, che per Bersani "hanno sensibilità nuove" su temi moderni, ma sono "distanti dai partiti": "Non hanno bisogno di politica liquida. Bisogna dargli qualcosa di solido, serve, citando Berlinguer, un partito dove gli si dica: entrate e cambiateci". E al DemFest non poteva mancare una riflessione sul Pd, un ‘partito en plein air’ su cui "suggerisco di fare un quadro impressionista", dice col sorriso Bersani: "Il gruppo dirigente deve pendersi delle responsabilità. Non c’è un partito di sinistra senza discussione, ma a essere troppo liquidi poi ci facciamo una bevuta e ciao!". Inoltre, "il Pd deve essere più chiaro su certe posizioni", come sui diritti sul lavoro che "non è solo un’attività, ma un soggetto che fa da garanzia alla democrazia". Un partito "più solido" e meno litigioso, che rilanci "una comunità fondata sul solidarismo cattolico, sulla sinistra di governo e su una idea liberale che sia diversa dal ‘liberale immaginario’ Berlusconi". Insomma, per dirla alla Bersani "non è ora di pettinar le bambole".

Giovanni Mennillo