Lo spara multe della discordia. L’Unione ricorre in Cassazione contro gli automobilisti ‘ribelli’

L’autovelox della Toscoromagnola continua a far discutere: battaglia legale al terzo grado di giudizio

L’autovelox lungo la Toscoromagnola in località Erta, nel comune di Montelupo Fiorentino

L’autovelox lungo la Toscoromagnola in località Erta, nel comune di Montelupo Fiorentino

Montelupo Fiorentino (Firenze), 21 marzo 2023 – Il chilometro 54+900 della strada statale Toscoromagnola, per molti, è semplicemente un numero, ma se accanto a esso compare la parola autovelox allora il riferimento diventa chiaro per tutti. Perché sono stati in tantissimi, nel corso degli anni, a rimanere vittime della macchinetta situata nel comune di Montelupo, tra lo svincolo della superstrada e la zona industriale di Fibbiana, in località Erta. Da qualche mese è stata rimossa in seguito alla realizzazione di una rotonda sull’incrocio tra via Primo Maggio e via della Costituzione, come annunciato a suo tempo dal delegato alla polizia municipale dell’Unione e primo cittadino della città della ceramica Paolo Masetti, ma nonostante ciò l’apparecchio continua a far discutere. Perché la stessa Unione dei Comuni ha recentemente avanzato un ricorso in Cassazione per riconoscere la legittimità dell’autovelox e annullare molti dei ricorsi che gli automobilisti, negli anni, avevano presentato e vinto. 

Sia il giudice di Pace di Empoli che il tribunale di Firenze avevano infatti dato torto all’ente di piazza della Vittoria, sostenendo che almeno 28 di quei reclami avanzati contro l’autovelox avevano ragione di essere accettati. Ora saranno gli ’ermellini’ a pronunciarsi sulla legittimità delle infrazioni accertate da quell’apparecchio, finito spesso sotto accusa perché apparentemente messo lì solo per "fare cassa e rimpinguare le casse comunali". L’Unione dei Comuni invece ha sempre sostenuto il contrario e ora, a un anno di distanza dalla rimozione dell’autovelox, affida a un legale l’incarico di difesa in Cassazione contro le sentenze del Tribunale di Firenze. Secondo gli amministratori locali la macchinetta aveva funzioni riconducibili solo alla tutela della sicurezza della circolazione stradale. "La conferma – spiegò lo stesso Masetti all’indomani della notizia di alcuni ricorsi accettati da parte del giudice di Pace nel 2020 – sta nella diminuzione del numero degli incidenti gravi che si sono verificati in quel tratto". Toccherà quindi alla Suprema Corte stabilire chi ha ragione, se l’Unione dei Comuni nel ritenere quelle multe legittime o se invece saranno confermate le sentenze del giudice di Pace e del tribunale di Firenze, fatto sta che per conferire l’incarico ai legali l’ente ha messo a bilancio altri 5mila euro. Nelle prossime settimane è atteso il verdetto.